Nelle società di capitali sequestro diretto del profitto dell’evasione
Prima di aggredire il patrimonio degli amministratori andrà verificata la «capienza» del patrimonio sociale
A fronte della contestazione di un reato tributario in una società di capitali continua a porsi il problema se sia legittimo il sequestro del patrimonio personale dell’amministratore indagato o se sia preventivamente necessario verificare la disponibilità dell’importo corrispondente nel patrimonio della società, quale diretta beneficiaria del risparmio d’imposta derivante dall’evasione.
Nel caso affrontato dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 37137, depositata ieri, veniva contestato l’omesso versamento IVA (art. 10-ter del DLgs. 74/2000) ad un membro del consiglio di amministrazione di una società calcistica. A fronte di ciò, il Tribunale di merito aveva legittimato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni, titoli e denaro
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