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FISCO

Sanzione per infedele dichiarazione IRPEF anche all’accomandante

Secondo la Cassazione ciò vale anche nelle sas, perché a tali soci è sempre consentito di verificare l’effettivo ammontare degli utili conseguiti

/ Alessandro BORGOGLIO

Venerdì, 22 settembre 2017

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Nel caso di accertamento a carico di una sas e conseguente ribaltamento del reddito, per trasparenza, sui soci, è legittima l’irrogazione a carico di questi ultimi, compreso l’accomandante, della sanzione per infedele dichiarazione, non essendo sussistenti, in tale fattispecie, cause di non punibilità.
È quanto ribadito dalla Cassazione, con l’ordinanza n. 22011 di ieri.

Dai fatti di causa emerge che una sas era stata sottoposta a controllo fiscale, con accertamento divenuto definitivo per mancata impugnazione, e il reddito era stata imputato per trasparenza ai soci ex art. 5 del TUIR, in proporzione alla quota di partecipazione, unitamente all’irrogazione delle sanzioni per infedele dichiarazione.
Il socio accomandante aveva impugnato l’avviso di accertamento, eccependo,

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