Intesa nella maggioranza per contratti a tempo determinato più brevi in legge di bilancio
Ci sarebbe un’intesa nella maggioranza sul fronte del lavoro: i contratti a termine potranno durare al massimo 24 mesi contro i 36 attuali. Stando a indiscrezioni sulla riunione svoltasi ieri sugli emendamenti al Ddl. di bilancio, la proposta, condivisa da vari gruppi parlamentari, e portata avanti dal Pd, avrebbe incassato il via libera anche da parte del Governo, nonostante i malumori di Confindustria. E se oggi, poi, l’Esecutivo potrebbe presentare l’emendamento sull’APE sociale, la proposta sull’aumento delle indennità nei casi di licenziamenti illegittimi non dovrebbe avere chance di essere approvata.
Le priorità individuate dai partiti sono numerose, come dimostra il numero dei cosiddetti “emendamenti segnalati”, che sono lievitati da 800 a 1.000 in pochi giorni, ma banche, web tax ed enti locali sono i cantieri certamente aperti e sui cui è molto probabile che qualche ritocco arrivi.
Nel primo caso, secondo quanto viene riferito da fonti di Governo, si punterebbe a incrementare le risorse del Fondo di ristoro dei risparmiatori e si starebbe ragionando sul ruolo dell’arbitro e dell’Autorità anticorruzione.
Per quanto riguarda la web tax, nel giorno in cui Facebook ha annunciato di voler far sì che i ricavi dei servizi pubblicitari siano tassati nel Paese in cui vengono venduti, non è ancora stato sciolto il nodo delle modifiche alla tassa introdotta in Senato. Resta in campo l’ambizione di estenderne la portata all’e-commerce e di modificare l’aliquota (attualmente al 6%), mentre si starebbe allontanando l’ipotesi di anticiparne l’entrata in vigore a inizio 2018: l’avvio potrebbe essere fissato a metà anno o restare al 2019 così come previsto. “In sede di legge di bilancio – ha comunque assicurato il relatore al Ddl. Francesco Boccia – ci adopereremo per dare maggiori strumenti per accertare la stabile organizzazione di quelle multinazionali del web che continuando a eludere il Fisco italiano”.
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