ACCEDI
Sabato, 10 maggio 2025 - Aggiornato alle 6.00

FISCO

Non c’è profitto del reato tributario senza pretesa erariale

Da accertare in concreto la sussistenza dei «mezzi fraudolenti»

/ Maria Francesca ARTUSI

Giovedì, 8 marzo 2018

x
STAMPA

download PDF download PDF

Il rapporto tra sequestro penale del profitto e procedimento tributario, la definizione di “mezzi fraudolenti” dopo la riforma introdotta dal DLgs. 158/2015 e l’evoluzione della nozione di “abuso del diritto” sono i principali temi toccati dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 10416 depositata ieri.

A fronte della contestazione del reato di dichiarazione fraudolenta (art. 3 del DLgs. 74/2000) commesso dai legali rappresentanti di due società appartenenti al medesimo gruppo, era stato confermato il sequestro preventivo sui conti correnti e sui beni delle società e dei soci/amministratori per una somma complessiva di quasi due milioni di euro.
Contestualmente, però, vi erano state due pronunce della Commissione tributaria da cui emergeva l’assenza di un

...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU