Imposta estera a recupero variabile per i lavoratori autonomi
Da valutare la sussistenza di un Trattato contro le doppie imposizioni e di una struttura fissa nell’altro Stato
Lo svolgimento di prestazioni in favore di committenti esteri da parte di professionisti residenti in Italia pone spesso la problematica del recupero, sotto forma di rimborso o di detrazione dalle imposte italiane, dell’imposta prelevata dall’altro Stato.
Accertato che il reddito si qualifichi effettivamente come reddito di lavoro autonomo in base alle concrete modalità di esecuzione della prestazione (la questione è stata di recente analizzata dalla Cassazione con la sentenza n. 6117 del 1° marzo 2019, con principi che si conformano nella sostanza a quelli contenuti nel Commentario all’art. 15 del modello OCSE), i driver per valutare il regime fiscale sono essenzialmente rappresentati dalla sussistenza o meno di una Convenzione contro le doppie imposizioni con l’altro
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