Commercianti contrari al prelievo sui contanti, ma Castelli apre all’incentivo sulla moneta elettronica
La Vice Ministra all’Economia Laura Castelli si dice favorevole a misure che promuovano i pagamenti elettronici. Commentando la recente proposta di Confindustria per incentivare i pagamenti elettronici dichiara a SkyTg24: “Si può fare meglio del credito d’imposta, si può permettere un recupero mensile dell’incentivo, il processo tecnologico lo permette”.
Nel dettaglio la proposta di Confindustria prevede un credito di imposta del 2% sui pagamenti effettuati con moneta elettronica finanziato da un prelievo alla fonte del 2% sui prelevamenti di contanti oltre i 1.500 euro mensili. Quest’ultimo aspetto ha sollevato le critiche di Confcommercio: “L’ipotesi di tassare il contante non è la strada da seguire. Una tassa fondata sul nesso presuntivo tra contante ed evasione colpirebbe, infatti, i tantissimi che certo evasori non sono e che semplicemente fanno ricorso a moneta legale sotto forma di carta moneta o moneta metallica. Occorre, invece, perseguire l’obiettivo di una maggiore diffusione dei mezzi di pagamento elettronici per ragioni di tracciabilità, di sicurezza, di riduzione dei costi”.
Confcommercio pensa a un credito d’imposta al consumatore sugli acquisti di beni e servizi realizzati mediante carte o rendendo universale il principio del pagamento attraverso mezzi tracciabili per l’accesso a deduzioni e detrazioni fiscali già previste, mentre un ulteriore incentivo potrebbe essere la diffusione di carte bancomat o prepagate senza costi di emissione per gli over 65, pari a circa un quarto della popolazione italiana. Infine, c’è la questione costi (si veda “Caro incassi elettronici per esercenti e professionisti sempre più immotivato” di oggi). Per Confcommercio, infatti, la priorità rimane ridurre le commissioni per l’utilizzo della moneta elettronica sia per gli acquirenti che per i commercianti. I micropagamenti, quelli ad esempio al di sotto di 30 euro, dovrebbero esserne esenti per le imprese del commercio.
Anche Confesercenti punta sulla riduzione dei costi per le commissioni, in particolare l’azzeramento di quelle sui pagamenti sotto i 30 euro. Inoltre, per Confesercenti lo sconto di premio del 2% sugli acquisti effettuati con carte o altre forme digitali, che verrebbe restituito come credito di imposta, peserebbe sulle casse dell’Erario meno di quanto sembra: a regime, costerebbe circa 9 miliardi di euro l’anno; ma l’agevolazione fiscale, sotto forma di maggiore disponibilità delle famiglie, può creare circa 8 miliardi di euro di nuova spesa, da cui il Fisco recupererebbe a sua volta circa 4 miliardi tra IVA e imposte sui redditi.
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41