Per la CIG in deroga gravi ritardi delle Regioni
L’art. 22 del DL 18/2020 (decreto “Cura Italia”) consente a Regioni e Province autonome di riconoscere – nell’ambito dell’emergenza coronavirus – trattamenti di cassa integrazione in deroga in favore dei datori di lavoro del settore privato per i quali non trovano applicazione le tutele in materia di sospensione o riduzione di orario, in costanza di rapporto di lavoro.
Tuttavia, per consentire alle imprese di presentare domanda di accesso alla CIG in deroga, che viene direttamente erogata dall’INPS, è necessario che le Regioni e le Province autonome stipulino appositi accordi quadro con le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative per stabilire le modalità di presentazione delle istanze.
Secondo quanto denunciato dalla Presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del lavoro, Marina Calderone, in un comunicato stampa diffuso ieri, sono 10 le Regioni italiane che non consentono ancora di presentare le domande di CIG in deroga a causa di intoppi burocratici o prolungate trattative con le parti sociali.
Sul punto, è stato altresì precisato che le Regioni Abruzzo, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano non hanno ancora ufficializzato la data da cui sarà possibile inoltrare le istanze. Invece, nelle Regioni Basilicata e Sardegna sarà possibile inoltrare le istanze a decorrere dall’8 aprile, mentre in Calabria e in Emilia Romagna dal 6 aprile, ma in quest’ultima Regione l’invio delle richieste per le 4 settimane precedenti si è concluso solo nei giorni scorsi.
Secondo quanto evidenziato nel comunicato di ieri, questi ritardi posticipano sempre di più la data di pagamento delle indennità di CIG in deroga ai lavoratori beneficiari (circa 2,6 milioni).
Nel comunicato si evidenzia, quindi, il grande dispendio di energie per i professionisti impegnati ad assicurare il giusto sostegno ai lavoratori dipendenti delle aziende assistite in un contesto caratterizzato da tempistiche poco chiare, disservizi informatici e procedure burocratiche.
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