La dichiarazione presentata con ritardo superiore a 90 giorni si considera omessa e non fraudolenta
Secondo la Corte di Cassazione, la presentazione della dichiarazione oltre i termini di legge integra il reato omissivo previsto dall’art. 5 del DLgs. 74/2000, e non quello di dichiarazione fraudolenta ai sensi dell’art. 2 del medesimo decreto.
Nella sentenza n. 23176, depositata ieri, si legge infatti che le dichiarazioni presentate con ritardo superiore a novanta giorni si considerano omesse, ai sensi del citato art. 5, ma costituiscono, comunque, titolo per la riscossione delle imposte dovute in base agli imponibili in esse indicati e delle ritenute indicate dai sostituti d’imposta.
Viene poi ribadito che la presentazione di dichiarazione dei redditi oltre i novanta giorni dalla scadenza del termine integra il reato in questione, e non quello di dichiarazione fraudolenta, anche quando all’interno di essa sono indicati elementi passivi fittizi derivanti dall’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Dalla nullità fiscale della dichiarazione fraudolenta non può, cioè, farsi seguire alcuna conseguenza di carattere penale, anche in considerazione di quanto previsto dall’art. 2 comma 7 del DPR 322/1998 che limita gli effetti della dichiarazione presentata oltre i novanta giorni ai soli aspetti “favorevoli” all’Amministrazione finanziaria (tra le altre Cass. n. 33026/2015).
Quanto, poi, all’elemento soggettivo del reato, questo può desumersi agevolmente dalle modalità della condotta tenuta: l’omessa presentazione della dichiarazione nei termini di legge e la susseguente tardiva presentazione della stessa, con l’uso di fatture fittizie al fine di diminuire l’importo dovuto.
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