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I commercialisti insistono sulla moratoria per tutti i contribuenti

/ REDAZIONE

Sabato, 19 settembre 2020

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La moratoria sulle sanzioni per i mancati versamenti a beneficio dei soli contribuenti con calo di fatturato, proposta dai partiti di maggioranza sotto forma di emendamento al decreto “Agosto”, non convince i commercialisti.

Lo scrivono in una nota diffusa ieri ANC, SIC, UNAGRACO e UNICO, che fanno alcune puntualizzazioni in merito alle dichiarazioni di Alessio Villarosa. Il Sottosegretario all’Economia ha lasciato intendere che, con la presentazione dell’emendamento, venivano accolte le richieste avanzate dai commercialisti nel corso dell’incontro della scorsa settimana al MEF.

“Ci sentiamo obbligati – scrivono le quattro associazioni – a respingere questa affermazione in quanto quello che è previsto negli emendamenti rispecchia la proposta del MEF e non la richiesta da noi formulata sin dalla proclamazione dell’astensione collettiva, e ribadite in quella sede rispetto alla moratoria delle sanzioni”.

I sindacati, infatti, avevano chiesto di prevedere la moratoria per tutti i contribuenti, e non solo quelli con calo del fatturato del 33% nel primo semestre del 2020, eventualmente anche aumentando la maggiorazione proposta dal Governo dallo 0,8 all1%.

“Tutti gli esponenti del Governo presenti all’incontro – continua la nota – si erano dichiarati disponibili alla valutazione della nostra richiesta, in particolare procedendo con una valutazione d’impatto in termini di costo dell’operazione, cosa che evidentemente non è avvenuta o comunque non è stata comunicata alle parti interessate”.

Secondo le quattro associazioni, “sarebbe fuorviante far arrivare ai colleghi e all’opinione pubblica il messaggio che, con particolare riferimento a questo specifico punto, la richiesta è stata accolta e che si sia pertanto soddisfatti”.

ANC, SIC, UNAGRACO e UNICO, dunque, ribadiscono la necessità il legislatore “tenga conto delle istanze formulate dai commercialisti e delle difficoltà che tutti i contribuenti stanno vivendo in questo momento”, auspicando che in sede di conversione in legge del decreto, venga approvato “un testo diverso e più giusto, che accolga la nostra richiesta”.

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