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Non si riciclano le somme che chi emette fatture false restituisce all’utilizzatore

La Suprema Corte si sofferma su taluni profili attinenti alle relazioni tra reati tributari e riciclaggio

/ Maurizio MEOLI

Lunedì, 16 novembre 2020

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La Corte di Cassazione, nella sentenza 30 ottobre 2020 n. 30206, ha precisato che la restituzione delle somme da parte di chi abbia emesso fatture false in favore di chi le utilizzi (ovvero, nella specie, la riconsegna di assegni tramite girata) non configura il reato di riciclaggio, in quanto tali importi non rappresentano il profitto della fattispecie di cui all’art. 2 del DLgs. 74/2000.

Nel caso di specie, da quanto appare possibile desumere dalla sintetica decisione, taluni soggetti imputati per il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti (di cui all’art. 2 del DLgs. 74/2000) consegnavano al soggetto emittente delle fatture false alcuni assegni tesi a dare parvenza di liceità all’operazione. L’emittente

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