Sulla confisca della prima casa per il reato tributario Cassazione non univoca
Considerati i diversi orientamenti sul punto, è necessario un intervento delle Sezioni Unite anche alla luce dell’importanza degli interessi coinvolti
Il tema della confisca della “prima casa” del contribuente infedele condannato o indagato per illeciti fiscali è posto di frequente all’esame della Corte di Cassazione, la quale tuttavia assume un atteggiamento oscillante.
Il problema origina dalla previsione di cui all’art. 76 comma 1 del DPR 602/1973, in tema di riscossione delle imposte, il quale prevede che “l’agente della riscossione: a) non dà corso all’espropriazione se l’unico immobile di proprietà del debitore, con esclusione delle abitazioni di lusso ..., è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi risiede anagraficamente; b) nei casi diversi da quello di cui alla lettera a), può procedere all’espropriazione immobiliare se l’importo complessivo del credito per cui procede supera
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