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LETTERE

Non si capisce perché alcune attività devono stare chiuse e altre no

Mercoledì, 7 aprile 2021

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Gentile Redazione,
qualcuno deve spiegarci molto chiaramente perché solo alcune attività, mi vengono adesso in mente il barbiere, il commerciante di abbigliamento, il ristoratore o l’albergatore, devono stare chiuse, quando potrebbero lavorare in perfetta sicurezza, mentre le solite (vedi i supermercati) lavorano con grande rischio di propagare il virus.
Infatti le prime potrebbero lavorare scaglionando, a orari prestabiliti, la clientela e sterilizzando i luoghi a ogni cambio turno; nelle seconde, invece, tali protocolli sono solo utopistici anche per quello che si è visto specialmente nei giorni che hanno preceduto le festività pasquali; il virus gira ovunque e specialmente sui mezzi di trasporto pubblici come hanno accertato i NAS.

Inoltre non si capisce come si è potuto viaggiare fuori Italia, mentre in Italia questo è stato vietato penalizzando il turismo ormai a pezzi.

Infine i ristori promessi, per quanto ho potuto verificare, sono pochi e irrisori, al contrario, per esempio, di quelli tedeschi dove un amico cuoco mi ha riferito un mese fa che loro come dipendenti percepiscono il 100% della retribuzione, mentre le ditte hanno ristori significativi.

Pertanto è facile capire come la disperazione potrebbe causare le proteste verificatesi oggi nella Capitale.

Non si riesce a capire, in ultimo, come tali riflessioni o meglio ancora le azioni da intraprendere non vengano dal profondo delle associazioni di categoria che dovrebbero tutelare i propri affiliati.


Leonardo di Corato
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trani

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