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LETTERE

La procedura INPS sullo SPID ignora il CAD e il decreto Semplificazioni

Mercoledì, 25 agosto 2021

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Gentile Redazione,
in ordine al tema della delega delle identità digitali prevista dall’INPS con circolare n. 127 del 12 agosto 2021 sul quale su questo Quotidiano si sono già confrontate alcune prime riflessioni (si veda, da ultimo, “La procedura dell’INPS riguardo allo SPID è impeccabile”) vorrei aggiungere altre considerazioni.

In primo luogo una considerazione triste e cioè il mancato rispetto di tale ultima disposizione amministrativa (la circolare n. 127/2021) dell’Ente previdenziale delle norme del Codice dell’Amministrazione digitale o CAD (DLgs. 82/2005). Si parla e si sparla di digitalizzazione ma quando si passa ai fatti purtroppo gli apparati burocratici delle P.A. mostrano tutti i loro limiti.

Infatti, l’art. 65 comma 1 del CAD prevede che le istanze e le dichiarazioni presentate per via telematica alle P.A. sono valide se effettuate secondo certe modalità. Una di queste si realizza quando la comunicazione è munita di sottoscrizione (autografa o digitale) unitamente alla copia del documento di identità.

Questo significa che secondo le norme in vigore l’INPS deve necessariamente accettare la delega anche se inviata per posta elettronica purché tale delega sia sottoscritta e contenga in allegato il documento di identità del delegante. Invece l’Ente previdenziale con tale circolare prevede unicamente la presentazione allo sportello dell’istanza di delega e questo in un periodo in cui si dovrebbero evitare affollamenti e adempimenti in presenza fisica per motivi di COVID-19.

In secondo luogo la circolare ignora completamente l’istituzione avvenuta con il DL 77/2021 del Sistema Gestione Deleghe (SGD), previsto dal nuovo art. 64-ter del CAD che ha proprio la funzione di introdurre un sistema unificato di delega per l’accesso ai servizi telematici di tutte le P.A.

Queste considerazioni mi portano a pensare che l’INPS, al fine di evitare che dal 1° ottobre 2021 una notevole quota di cittadini (privi di SPID) si trovino impossibilitati ad accedere ai servizi on line dell’Ente stia cercando di rimediare dando a costoro la possibilità teorica di non subire lo switch-off dei PIN ma questa soluzione è inadeguata e illusoria perché è impensabile che nel solo mese di settembre, gli uffici dell’INPS siano in grado di accogliere i milioni di utenti con PIN che sono vittime di uno switch-off che appare evidente debba essere al più presto oggetto di una proroga o di una vera semplificazione che l’INPS può realizzare i due modi.

Un primo modo come segnalato dal collega Graziano Taramasso nella lettera a Eutekne.info pubblicata il 20 agosto 2021 (si veda “Sulla delega all’identità digitale INPS fuori dalla realtà”) è quello di far utilizzare gli stessi PIN per far inserire ai deleganti le apposite deleghe. Un secondo modo è quello di dar seguito all’art. 65, comma 1 del CAD che prevede appunto che il cittadino possa inviare via mail ogni tipo di istanza o comunicazione e quindi anche la delega in oggetto.


Paolo Del Romano
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Chieti

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