Il lavoro da remoto in Italia beneficia delle agevolazioni per gli impatriati
La circolare n. 25/2023 «chiude», invece, per i docenti e ricercatori che ritornano in Italia
Nella recente circolare n. 25/2023 l’Agenzia delle Entrate ha sostanzialmente confermato gli orientamenti, rinvenibili in più risposte a interpello, sulla territorialità del lavoro da remoto nel settore privato.
Questi orientamenti partono dalla considerazione per cui la norma interna (art. 23 comma 1 lettera c) del TUIR) e le Convenzioni contro le doppie imposizioni (art. 15 del modello OCSE) vanno interpretate in modo letterale.
Conseguenza di ciò è quella per cui il non residente che lavora in Italia da remoto per conto di un datore di lavoro estero subisce la tassazione italiana, in quanto la prestazione è materialmente svolta in Italia; il residente italiano che lavora da remoto all’estero per conto del datore di lavoro italiano è, al contrario, tassato in Italia in virtù della
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