Rimborso dei contributi CNPADC per gli eredi senza diritto alla pensione indiretta
Con l’ordinanza n. 25734, depositata ieri, la Cassazione ha riconosciuto ai figli di un dottore commercialista, in qualità di eredi, il diritto al rimborso dei contributi soggettivi versati dal padre alla Cassa di categoria, ai sensi dell’art. 21 della L. 21/86.
Secondo tale norma, coloro che cessano dall’iscrizione alla CNPADC senza aver maturato i requisiti pensionistici hanno diritto al rimborso dei contributi versati, e tale rimborso spetta anche agli eredi, sempreché non abbiano diritto alla pensione indiretta.
Con riferimento al caso in esame, viene respinto il ricorso della predetta Cassa, secondo cui l’esistenza ancora in vita della coniuge, quale titolare potenziale di pensione indiretta, deceduta, a distanza di 24 giorni dal coniuge, senza aver proposto domanda, avrebbe precluso il diritto al rimborso dei contributi soggettivi ai figli in qualità di eredi, i quali ne avrebbero avuto diritto solo in mancanza di potenziali destinatari della pensione indiretta (coniuge o figlio inabile).
Per la Suprema Corte, dal tenore dell’art. 21 della L. 21/86 (così come delle analoghe previsioni dei Regolamenti di disciplina previdenziale della Cassa dei dottori commercialisti), il diritto al rimborso sussiste in presenza di due condizioni: il richiedente è erede di un iscritto che non ha maturato diritto alla pensione; la mancanza, il capo agli eredi, del diritto alla pensione indiretta.
Nel caso in esame, evidenziano i giudici di legittimità, tali condizioni risultano soddisfatte e la mancata domanda di pensione indiretta della coniuge superstite, nel pur brevissimo contesto temporale di sopravvivenza, non può precludere agli eredi la restituzione dei contributi.
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