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L’ANC difende autonomia e stabilità di Cassa Ragionieri

/ REDAZIONE

Sabato, 2 marzo 2024

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Dopo i comunicati delle associazioni sindacali dei dottori commercialisti, sul tema delle fusione delle due Casse di previdenza interviene anche l’ANC. La questione, a lungo dibattuta all’interno della categoria, è stata riaperta da un’interrogazione parlamentare presentata alcuni giorni fa dal deputato del Pd Arturo Scotto, che chiedeva agli esponenti del Governo se intendessero procedere con una riforma complessiva del settore, creando un’unica Cassa professionale, e se, nel frattempo, ci fosse la volontà di unire CDC e CNPR.

A giustificare quest’ultima richiesta i saldi previdenziali negativi che, secondo la Corte dei Conti (citata nell’interrogazione), la Cassa Ragionieri dovrebbe presentare nel periodo compreso tra il 2034 e il 2063 (si veda “Dottori commercialisti contrari alla fusione delle Casse” del 29 febbraio).

“Se è comprensibile che chi non appartiene al settore economico ponga legittimamente delle domande, meno comprensibili risultano le esternazioni di chi, evidentemente senza approfondire i fatti, solleva dubbi sulla stabilità di Cassa Ragionieri”. Queste le parole del Presidente dell’ANC, Marco Cuchel, a proposito dei commenti, anche interni alla categoria, che si sono susseguiti all’indomani della presentazione dell’interrogazione.

“L’ANC – continua la nota diffusa ieri – , da sempre, si pone come obiettivo la tutela di tutti i colleghi iscritti al nostro Albo e per quanto le compete, tra le tante altre cose, verifica anche la solidità di entrambe le Casse che risultano ambedue in perfetto stato di salute e senza alcun problema di stabilità”.

Con specifico riferimento alla Cassa Ragionieri, Cuchel ricorda che l’ente “redige il bilancio tecnico ogni 12 mesi, anziché su base triennale, permettendo così un controllo gestionale stretto e continuo. Non sono mai stati sollevati dubbi o segnali di allarme dai vigilanti – Ministero del Welfare, Covip, Corte dei Conti – i quali, tuttavia, hanno sempre doverosamente raccomandato una gestione oculata delle spese per confermare, anno dopo anno, la stabilità futura. Sarebbe bastato consultare l’ultimo bilancio tecnico per constatare che, nei prossimi 50 anni, il patrimonio della Cassa non scenderà mai al di sotto di un miliardo e 600 milioni di euro, per poi risalire costantemente, grazie al fatto che l’ente, più di 20 anni fa, è stato tra i primi ad adottare il sistema contributivo”.

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