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«Ne bis in idem» anche per violazioni del diritto di concorrenza come l’abuso di posizione dominante

/ REDAZIONE

Venerdì, 26 febbraio 2021

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La Corte di Giustizia Ue, nella causa C-857/19, pubblicata ieri, ha affermato che il principio del “ne bis in idem”, quale divieto di cumulo tra diverse sanzioni e procedimenti attinenti al medesimo fatto e avente natura “afflittiva” pari a quella penale (art. 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), si applica anche alle violazioni del diritto della concorrenza come l’abuso di posizione dominante di cui all’art. 102 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE).

Il divieto concerne pertanto il caso in cui un’impresa sia condannata o perseguita nuovamente a causa di un comportamento anticoncorrenziale per il quale è stata sanzionata o per il quale è stata dichiarata non responsabile da una precedente decisione non più impugnabile.

Per contro, tale principio non trova applicazione quando un’impresa è perseguita e sanzionata separatamente e in modo indipendente da un’autorità garante della concorrenza di uno Stato membro e dalla Commissione europea per violazioni del medesimo art. 102, relative a mercati di prodotto o mercati geografici distinti o quando un’autorità garante della concorrenza di uno Stato membro è privata della sua competenza in applicazione della normativa comunitaria di riferimento.

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