AIDC: «Serve più tempo per l’adesione al CPB»
L’Associazione italiana dottori commercialisti si aggiunge alla lista, ormai sempre più corposa, degli organi rappresentativi di categoria che chiedono di prorogare il termine del 31 ottobre per l’adesione al concordato preventivo biennale.
In un comunicato stampa diffuso ieri, il Presidente del sindacato, Edoardo Ginevra, ha spiegato che il CPB “rappresenta l’ennesimo esempio di una oramai consolidata modalità di legislazione e di applicazione della norma con caratteristiche contingenti e di urgenza, indotte da necessità di gettito. Gli obiettivi di riforma del sistema fiscale e l’ambizione dichiarata di un nuovo rapporto fisco-contribuente sono, ancora una volta, frustrati nei fatti da una legislazione schizofrenica e sempre all’insegna della modifica dell’ultimo minuto”.
In un contesto di continue modifiche della disciplina, l’ultima delle quali arrivata con la conversione in legge del DL 113/2024 (che ha introdotto un ravvedimento speciale per le annualità 2018-2022 per coloro che aderiranno alla proposta del Fisco), si dovrebbe, però, avere almeno la “decenza di lasciare ai contribuenti e ai loro professionisti di fiducia il tempo necessario per valutare la convenienza di aderire o meno al concordato una volta che il quadro normativo sarà divenuto stabile”.
Per questo, continua Ginevra, “si provveda rapidamente al rinvio del termine del 31 ottobre; altrimenti, si abbia il coraggio di dire che l’adesione al concordato è obbligatoria per tutti per esigenze di cassa, con buona pace dello Stato di diritto, del principio costituzionale di capacità contributiva (ormai troppo spesso messo a dura prova e non solo da questo istituto) e del sempre più bistrattato Statuto del Contribuente”.
Uno slittamento che “dovrà essere disposto con congruo anticipo onde evitare, per una volta, il solito finale della proroga prima negata e poi concessa sul filo di lana o, peggio, a termine oramai decorso”.
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