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ISTAT: nel 2009 redditi delle famiglie a -2,6%

/ REDAZIONE

Giovedì, 22 luglio 2010

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Le famiglie hanno visto diminuire il loro reddito del 2,6% nel 2009 che, considerando l’andamento dei prezzi, segna una flessione del 2,5% del loro potere d’acquisto. Lo rileva l’ISTAT nelle statistiche in breve sui “conti economici nazionali” in cui rivede, ma di poco, il precedente dato fornito ad aprile, che segnava un -2,8%. Il calo del reddito ha comportato anche un “forte contenimento” nei consumi sia in termini nominali (-1,9%) sia in termini di quantità (-1,8% dopo la riduzione di 0,8% dell’anno precedente). Le famiglie, inoltre, “non sono state in grado di mantenere invariata la loro capacità di risparmio”, che si è assottigliata di ulteriori 0,7 punti percentuali all’11,1%, “il valore più basso dall’inizio degli anni Novanta”.
La riduzione del reddito disponibile delle famiglie nel 2009 trae origine - spiega l’Istituto nazionale di statistica - “dalla forte contrazione del loro reddito primario, che esprime la remunerazione dei diversi fattori produttivi offerti dalle famiglie. Il reddito primario nel 2009 si è ridotto del 4,2% dopo un modesto incremento del 2,6% segnato l’anno precedente. Gli effetti della crisi si sono manifestati con la loro massima intensità nella forte caduta dei redditi da capitale netti (-32,0%), derivante sia dal ridimensionamento degli interessi netti (-43,6%), sia dalla dinamica negativa dei dividendi percepiti dalle famiglie, che nel 2009 si sono ulteriormente ridotti del 30,3%, dopo la caduta del 16,6% già registrata l’anno precedente. Alla contrazione del reddito primario ha contribuito in misura significativa la riduzione dello 0,7% dei redditi da lavoro dipendente, che contribuiscono alla sua formazione per oltre il 57%. I redditi derivanti da lavoro autonomo e dalla gestione delle piccole imprese classificate nel settore delle famiglie, cioé la quota di reddito misto destinata alle necessità di consumo e di risparmio della famiglia, sono diminuiti nel 2009 dello 0,7%, dopo il modesto aumento dello 0,3% registrato nel 2008. Ha invece funzionato, guardando le cifre, il sistema di protezione sociale. L’andamento delle prestazioni sociali in denaro nel 2009 si è mantenuto identico a quello dell’anno precedente, crescendo del 4,9%: in particolare le risorse percepite dalle famiglie sotto forma di Cassa integrazione guadagni e di assegni di integrazione salariale sono variate in misura significativa, oltre 3,5 miliardi di euro in più rispetto al 2008.

Per quanto riguarda invece le unità di lavoro totali, il 2009 ha segnato una contrazione del 2,6%, dopo aver registrato un calo dello 0,4% nell’anno precedente. A segnare la maggiore flessione sono state le società non finanziarie (-3,8%) seguite dalle famiglie produttrici (-1,8%), dalle amministrazioni pubbliche (-1,3%) e dalle società finanziarie (-0,4%). Lo riporta l’Istat nelle statistiche in breve sui conti economici nazionali per settore istituzionale.
Inoltre il 2009 si è chiuso per le “società non finanziarie” - in pratica per le imprese - con un calo del 5,4% del “valore aggiunto ai prezzi base”, cioè il PIL prodotto dal settore. L’andamento del “prodotto” ha ovviamente influenzato tutti gli altri parametri. La diminuzione dei redditi da lavoro dipendente erogati (-1,6%), inferiore al calo del prodotto, ha indotto una riduzione più forte dei risultati lordi di gestione del 9,5% e anche la quota di profitto è scesa dal 42,1 al 40,3%. Il “reddito lordo d’impresa” - in pratica una sorta di utile prima delle imposte - ha così “segnato nel 2009 una ulteriore consistente flessione dell’8,5%“ dopo aver registrato già una diminuzione del 3,5% nel 2008. (Ansa)

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