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Istat: frenano le retribuzioni nel 2010, in calo la fiducia dei consumatori a gennaio

/ REDAZIONE

Venerdì, 28 gennaio 2011

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Le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2010 hanno registrato un aumento del 2,2%, rispetto all’anno precedente, in rallentamento a confronto con il +3% del 2009. Lo rileva l’ISTAT, ricordando che il tasso d’inflazione medio annuo nel 2010 è stato pari all’1,5%. Quindi, l’incremento delle retribuzioni si mantiene superiore a quello dei prezzi al consumo.

La dinamica di rallentamento, iniziata nel 2009, prosegue così nel 2010. Analizzando l’aumento medio annuo, aumenti significativamente superiori alla media si osservano, rileva l’Istat, nei comparti alimentari bevande e tabacco (+3,9%), telecomunicazioni (+3,7%), servizi di informazione e comunicazione (+3,4%), commercio (+3,3%) e tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (+3,0%). Le variazioni più contenute si registrano, invece, per attività dei vigili del fuoco (+0,4%), scuola (+0,6%), trasporti, servizi postali e attività connesse e ministeri (per entrambi l’aumento é dello 0,7%). Inoltre, fa sapere l’Istituto, sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine del mese di dicembre 2010, l’indice delle retribuzioni orarie contrattuali per l’intera economia, proiettato per l’anno 2011, registrerebbe un incremento medio annuo dell’1,4%.

A gennaio 2011, però, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso in modo “significativo”, a 105,9 da 109,1 del mese precedente. Si interrompe così la serie di aumenti consecutivi che proseguiva da settembre dello scorso anno, infatti si tratta del dato più basso da agosto 2010. Il dato emerge dalla prima indagine relativa alla fiducia dei consumatori condotta dall’ISTAT, un’analisi precedentemente condotta dall’ISAE, chiuso a seguito della manovra estiva. Il calo è dovuto a un maggior pessimismo sul futuro della situazione economica del Paese e delle famiglia (l’indice del ’clima futuro’ passa da 98,1 a 90,9), mentre migliora leggermente l’indicatore relativo al clima corrente (da 116,5 a 117,0).

In relazione, invece, all’occupazione nelle grandi imprese, essa è rimasta ferma a novembre, registrando una variazione nulla, al lordo della cassa integrazione, rispetto a ottobre. L’ISTAT, in base a dati destagionalizzati, precisa che, al netto della CIG, si è registrato un calo dello 0,1%. In termini tendenziali (novembre 2010 rispetto a novembre 2009) sono state registrate flessioni dell’1,4% al lordo della cig e dell’1% al netto. (Redazione)

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