Lettera aperta a Babbo Natale
Caro Babbo Natale,
prima di accingermi alla presente, sono andato a rileggere la lettera che ti scrissi lo scorso anno (si veda la “Lettera aperta a Babbo Natale” del 2010) e, lascia che te lo dica, tutte le mie migliori intenzioni si sono sciolte come neve al sole.
La verità è che sei un vecchio sadico, oppure, nella migliore delle ipotesi, un burlone da quattro soldi che farebbe meglio a trasferirsi, renne e bagagli, su Carnevale.
Insieme a tutti i commercialisti italiani, avevamo portato alla tua attenzione le tante difficoltà di un 2010 particolarmente travagliato.
E tu che fai? Ci mandi un 2011 con quattro manovre finanziarie una in fila all’altra.
Ti abbiamo reso partecipe della sempre maggiore difficoltà di trovare clienti che non abbiano solo lavoro da dare, ma anche liquidità per pagare e, last but not least, disponibilità a non considerare il pagamento della parcella del commercialista come l’ultima delle obbligazioni.
E tu che fai? Ci risolvi il problema rasserenandoci in partenza, ma nel senso che oggi è matematico non incassare e c’è quindi poco da scaldarsi.
Ti abbiamo confidato che, nonostante si abbia le scatole piene di comunicazioni telematiche di ogni sorta, tipo e genere, il senso del dovere verso i nostri clienti ci avrebbe comunque spinti a fare qualsivoglia cosa che la legge dello Stato avesse loro imposto, si fosse pure trattato di compilare e inviare una comunicazione telematica dei dati dei cognati di primo letto con partita IVA dei nostri clienti il cui cognome inizia per vocale.
E tu che fai? Ci prendi beffardamente in parola e introduci la comunicazione telematica dei beni assegnati in uso ai familiari dell’imprenditore e dei soci, cugini compresi.
Ti abbiamo chiesto di portarci un minimo di ragionevolezza nella disciplina delle responsabilità del sindaco di società e di revisore, perché ormai si presume che il sindaco e il revisore debbano essere “pozzi di scienza” con cento occhi e responsabili di tutto senza limiti.
E tu che fai? Ci introduci il sindaco unico e sempre nell’assoluta illimitatezza dei controlli dovuti e delle correlate responsabilità, così, quello che già era spesso praticamente impossibile fare in tre, diventa definitivamente impossibile farlo in uno.
Ti abbiamo supplicato per una lotta all’evasione che sapesse essere efficiente senza essere feroce.
E tu che fai? Ci catapulti in un Paese in cui la lotta all’evasione viene trasformata in una sorta di dogma di fede, al cui confronto ogni altro problema del Paese scompare, con tutti, ma proprio tutti i politici, i giornalisti e i semplici cittadini che fanno a gara per gridare (e soprattutto per farsi vedere che lo gridano) “non si è fatto abbastanza, non si è fatto abbastanza”, anche dopo che sono state introdotte pene carcerarie per chi, in sede di verifica o di risposta a questionario, fornisce notizie non rispondenti al vero; si è ridotta a 1.000 euro la soglia per i pagamenti in contanti; si è previsto l’obbligo per gli intermediari finanziari di comunicare all’Anagrafe tributaria tutti i movimenti di tutti i rapporti finanziari di tutti i contribuenti.
Poniamo anche che non sia vero che ci si è fatti prendere un filino la mano dall’entusiasmo, come si fa però a dire addirittura che non si è fatto ancora abbastanza?
Ti rendi conto, caro Babbo Natale, che per colpa tua e dei tuoi sporchi tiri, quando sui TG dei principali Paesi occidentali scorrono, prima, le immagini delle scene di lutto dei nord coreani per la morte del Caro Leader Kim Jong-Il e, poi, le immagini di dibattiti sull’evasione fiscale negli studi di Ballarò o Porta a Porta, alla fine del servizio i conduttori dei TG evidenziano come, in confronto al modo con cui viene trattato il tema dell’evasione fiscale in Italia, quelle del popolo nord coreano sono tutto sommato manifestazioni di lutto dignitose, trattenute e per nulla isteriche?
È proprio rileggendo la lettera, però, che ho capito dove abbiamo sbagliato.
Ti abbiamo rassicurato alla fine che, comunque sarebbe andata e qualsiasi sarebbero stati i doni che ci avresti portato, noi avremmo in ogni caso continuato a fare la nostra parte con il sorriso sulle labbra, per senso del dovere e rispetto del nostro ruolo.
Sai che c’è, Babbo Natale? Quest’anno noi commercialisti italiani non ti chiediamo niente di niente. Siamo già sin troppo entusiasti di ciò che ci hai portato per quest’anno.
Per non parlare della meravigliosa strenna natalizia rappresentata dalla proroga di un mese degli elenchi “clienti e fornitori”. Anche lì abbiamo riconosciuto il tuo inconfondibile tocco, posto che è arrivata quando ormai tutti i commercialisti avevano già organizzato il cenone di Capodanno in studio, pronti a festeggiare la mezzanotte con il canonico countdown: “Meno tre invii telematici... meno due invii telematici... meno un invio telematico ... evviva, auguri telematici a tutti”.
Resta inteso, caro Babbo Natale, che, se ti si riesce a beccare, ti si fa nuovo, ma proprio nuovo. E, d’altro canto, in questo dannato e meraviglioso Paese che deve essere rifondato da capo a piedi, da qualche parte bisognerà pur cominciare.
A nome di tutta la redazione, auguri di cuore a tutti i colleghi e a tutti i lettori di Eutekne.Info.
Ci ritroviamo martedì 27 dicembre.
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41