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FISCO

Valido l’accertamento «anticipato» per le verifiche nei confronti di terzi

Per la Cassazione, la violazione del termine dilatorio non è sollevabile dal contribuente che riceve l’atto fondato su controlli nei confronti di terzi

/ Alfio CISSELLO

Giovedì, 14 novembre 2013

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La Corte di Cassazione, con la sentenza 25515 depositata ieri, si è pronunciata su un aspetto di estrema importanza concernente l’ambito applicativo dell’art. 12 comma 7 della L. 212/2000: il caso dell’accertamento fondato su elementi a carico di terzi contribuenti.

I giudici affermano che la norma richiamata, secondo cui l’avviso di accertamento non può essere emanato prima del decorso di sessanta giorni dalla consegna del “PVC”, non è applicabile qualora l’atto impositivo sia stato emesso sulla base di elementi derivanti da indagini nei confronti di terzi contribuenti.
Infatti, nella suddetta ipotesi è eventualmente il terzo che ha subito l’accesso ad essere legittimato ad eccepire la violazione della menzionata norma, in sede di ricorso contro

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