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Domenica, 6 luglio 2025

LETTERE

Se cambia il falso in bilancio la nostra professione diventa troppo pericolosa

Giovedì, 18 settembre 2014

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Caro Direttore,
mi riferisco alla lettera di Salvatore D’Amora (si veda “Pericoloso togliere le soglie di punibilità per le false comunicazioni sociali”).
Le considerazioni svolte dall’illustre collega non sono solo condivisibili, ma preoccupanti al punto tale che il lavoro, per un commercialista sano di mente, non potrà che limitarsi a essere quello di ausiliario di giustizia.

Tutti gli altri ruoli, soprattutto nell’ambito delle piccole imprese, dal sindaco di società (per quello che è rimasto dopo le recenti riforme), al professionista che presta la propria consulenza per la predisposizione del bilancio o interviene in un’operazione di fusione, di scissione o di trasformazione, financo alla semplice tenuta della contabilità, saranno sicuramente fonte di guai.

Se poi la società subisce una procedura concorsuale, il processo penale (come ormai sta diventando un’abitudine l’azione di responsabilità civile non solo nei confronti degli amministratori, ma anche ai sindaci, tanto qualcosa si raccoglie), per gli organi di governo e di controllo, diventerà automatico.

Prepariamoci, diceva un mio collega amico, se passa una riforma dai toni così come annunciati, ad andare a vendere birra in Romania, in primo luogo per evitare i rischi (o la quasi certezza) di imputazioni penali e poi, come messo in evidenza da D’Amora, perché le imprese fuggiranno da un’Italia per loro sempre meno ospitale e dove per i commercialisti ci saranno ben pochi spazi di azione, senza esporsi a rischi di rilevante entità.


Roberto Fracas
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pordenone

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