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Pioggia di emendamenti al Ddl. di stabilità, tramonta la local tax

/ REDAZIONE

Mercoledì, 10 dicembre 2014

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È ancora pioggia di emendamenti al Ddl. di stabilità a Palazzo Madama. Sarebbero oltre 2.000 – ma i conteggi sono ancora in corso – le proposte di modifiche presentate in Commissione Bilancio del Senato. I gruppi hanno in parte già anticipato alcuni dei loro cavalli di battaglia – da nuove risorse per gli ammortizzatori chieste dal Pd al riordino della tassazione sulla casa ritenuto necessario da Ncd – ma le partite su cui molto si giocherà sono quelle che la Camera ha voluto appositamente rimandare al Senato, concedendo tutto il tempo necessario per calcoli e approfondimenti.

Sul piatto ci sono infatti ancora la revisione dell’aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione, l’ammorbidimento dei tagli alle Regioni, il destino del personale delle Province, i ritocchi al regime dei minimi, tutti temi su cui il Governo ha fatto il punto nelle scorse ore tra Tesoro e Palazzo Chigi, con una serie di incontri che si prolungheranno anche oggi, in vista di giovedì, quando al Senato sono attese proprio le proposte di modifica dell’Esecutivo. Nulla dovrebbe arrivare sul fronte del bonus da 80 euro, con l’ennesima smentita da parte di Palazzo Chigi di un ampliamento – ingestibile dal punto di vista finanziario – ai pensionati.

Allo stesso modo, sembra ormai quasi del tutto tramontata l’ipotesi (questa sì, inizialmente circolata e in qualche modo confermata anche dal Governo) di un inserimento in manovra della local tax. L’Esecutivo sembra infatti intenzionato, in particolare in questo caso, a concedersi più tempo, attendendo di conoscere il gettito effettivo della TASI nel suo primo anno di applicazione ed evitando di creare un altro sistema confusionario e poco accettabile per i Comuni da una parte e per i contribuenti dall’altra.

Proprio un miglioramento del rapporto tra cittadini e Fisco è, del resto, uno dei pilastri della delega fiscale che a breve, probabilmente giovedì, dovrebbe concretizzarsi in un nuovo decreto che terrà insieme tax compliance, abuso di diritto e riforma delle sanzioni. Il nuovo sistema dovrebbe prevedere un innalzamento della soglia di evasione oltre la quale far scattare il procedimento penale nel caso il dolo non fosse verificabile con certezza ed eliminerebbe invece totalmente le soglie per le frodi in cui il dolo fosse accertato. Sarebbero invece ancora da decidere i termini per la prescrizione. Al momento si starebbe ruotando intorno ai cinque anni, ma sull’ipotesi non ci sarebbe ancora accordo tra tutti i protagonisti in campo. (Redazione)

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