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Slitta la local tax, ANCI all’attacco

/ REDAZIONE

Venerdì, 12 dicembre 2014

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Slittano i tempi della local tax, con il rischio di una nuova stangata su tutti i proprietari. Il Premier Renzi l’aveva annunciata due mesi fa come imminente, ma le problematiche nate sulla risistemazione delle tasse locali sugli immobili e sull’accorpamento di IMU e TASI sembrano aver avuto la meglio sull’iniziale volontà di un intervento rapido. La nuova, ennesima rivisitazione in materia non pare infatti prossima come la si intendeva. Quasi sicuramente non entrerà nella legge di stabilità e sembra sfumare anche l’ipotesi di un decreto ad hoc in tempi brevi.

Indiscrezioni al riguardo, secondo cui di local tax vera e propria non si potrà parlare prima del 2016, sono state prese al balzo dall’ANCI, diretta interessata di qualsiasi cambiamento, anche minimo, di tassazione immobiliare. Se, infatti, il Governo non interverrà in qualsiasi modo sull’attuale sistema, a legislazione vigente le aliquote TASI potrebbero balzare l’anno prossimo al 6 per mille. L’anno scorso, proprio nella discussione sulla legge di stabilità 2014, il tetto era stato posto garantendo ai Comuni un trasferimento dallo Stato centrale di 625 milioni per “coprire” il mancato di gettito nelle casse degli enti locali.

Per questo, ora l’ANCI torna a battere cassa. Se si vuole evitare un aggravio per i cittadini e una situazione finanziaria “assolutamente insostenibile” per i Comuni, sottolinea il Presidente dell’associazione Piero Fassino, vanno garantite le stesse risorse percepite quest’anno. Le amministrazioni chiedono quindi di tornare al tavolo. Anche se c’è chi, nel Governo, fa notare che il federalismo fiscale attribuisce al Comune la responsabilità sulle tasse di propria competenza, come è appunto quella sulla casa, le richieste dell’ANCI trovano comunque terreno fertile. Se i Comuni optassero per l’aumento dell’aliquota, il Governo si troverebbe di fronte a decisioni in totale controtendenza rispetto agli sforzi generali per una riduzione delle tasse su lavoratori (80 euro in busta paga) e imprese (taglio dell’IRAP).

Per questo, con lo scopo di mantenere fede alla strategia politica intrapresa, l’Esecutivo sembrerebbe intenzionato a evitare una simile possibilità e disposto a riattivare il dialogo con le amministrazioni locali. Intervenire come l’anno scorso significherebbe però esasperare la caccia alle risorse già in corso per la legge di stabilità. Non a caso, proprio gli emendamenti governativi alla manovra, annunciati e attesi per ieri, sono ancora in fase di scrittura. Le proposte di modifica dovrebbero riguardare i temi caldi dei tagli alle Regioni, della risistemazione del personale delle Province, dei giochi, delle tasse sui fondi pensione, sulle fondazioni e sulle casse previdenziali, i minimi e l’IRAP, ma non si conosceranno prima di questa mattina. (Redazione)

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