Sciopero, Conflavoro Pmi si schiera con i commercialisti
In vista dello sciopero previsto per il periodo tra il 27 febbraio e il 6 marzo, le piccole e medie imprese, quelle che secondo le associazioni sindacali dei commercialisti avrebbero più di tutte dovuto protestare contro l’introduzione dei nuovi adempimenti, “battono un colpo”. Nella giornata di ieri, infatti, Conflavoro Pmi, confederazione di imprenditori presente in 18 Regioni con oltre 75 sedi, ha inviato una lettera alle sette sigle sindacali (ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNGDCEC, UNAGRACO, UNICO) che hanno indetto l’astensione collettiva, sottolineando di voler appoggiare la protesta.
“La nostra associazione di categoria – si legge nella missiva firmata dal Presidente Roberto Capobianco – crede fortemente nei principi di questa battaglia contro l’eccesso di burocrazia che comporta un ulteriore aggravio dei costi e ostacola quotidianamente il lavoro di voi professionisti e di tutti gli imprenditori, sempre più vessati e sottoposti ad adempimenti inutili e svantaggiosi”.
Il riferimento, in particolare, è chiaramente agli otto nuovi adempimenti introdotti dal decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2017, ritenuti “inaccettabili”, in quanto, da un lato, “sviliscono” il lavoro dei commercialisti, dall’altro, “mettono a dura prova la pazienza e la tenacia degli imprenditori, che si vedono imporre dall’oggi al domani nuove incombenze burocratiche, senza possibilità di replica”.
Di qui, la decisione di “sostenere fino in fondo questa battaglia per la semplificazione”, nella convinzione che, come già dimostrato dalla “straordinaria partecipazione” alla mobilitazione unitaria dello scorso 14 dicembre, “il rinnovamento deve avvenire nell’immediato, senza più attese né scuse”.
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