Da prorogare il termine per la conservazione dei documenti ai fini IVA
Il termine per la conservazione digitale dei documenti tributari rilevanti ai fini IVA deve essere ancorato alla scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi e non della dichiarazione annuale IVA, e prorogato, quindi, al 31 dicembre 2017. La richiesta è arrivata dal coordinamento congiunto dei sindacati dei commercialisti che, tramite una nota stampa diffusa ieri, hanno invitato l’Agenzia delle Entrate ad adottare un provvedimento immediato in modo da fare chiarezza su questa “nuova” scadenza.
Una scadenza indirettamente creata dall’anticipazione al 28 febbraio del termine per la presentazione della dichiarazione annuale IVA, che per la prima volta dovrà essere trasmessa in forma autonoma, al di fuori della dichiarazione dei redditi. Tale divisione ha portato, come automatica conseguenza, anche allo sdoppiamento dei termini per la conservazione digitale dei documenti che, secondo la legge, deve avvenire entro 3 mesi dalla scadenza per l’invio della dichiarazione a cui fanno riferimento.
In altre parole, se la conservazione degli altri documenti rimane al 31 dicembre 2017, quella dei documenti rilevanti ai fini IVA viene anticipata al 31 maggio (3 mesi dalla scadenza del 28 febbraio), ovvero proprio nel periodo di “maggior lavoro e stress” per gli studi dei commercialisti, i quali, temono i sindacati, “non vorranno sentir parlare di fattura elettronica e di conservazione digitale a norma dei documenti a rilevanza tributaria per non poter, materialmente, occuparsi di un’ulteriore scadenza da gestire”.
Negli ultimi mesi, ricordano ancora i sindacati, sono arrivate, infatti, diverse “innovazioni normative” che “incidono pesantemente sull’attività” degli studi professionali, quali le “novità in materia di fatturazione elettronica tra privati, le nuove comunicazioni periodiche IVA, la scissione del modello UNICO in separate dichiarazioni e le novità in materia di bilanci d’esercizio, modelli 730 e REDDITI persone fisiche”.
Di qui, la richiesta delle sette associazioni (ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNAGRACO, UNGDCEC, UNICO) di spostare nuovamente in avanti la scadenza per la conservazione a norma, in modo da “riunire il termine di chiusura del processo di conservazione di tutti i documenti a rilevanza tributaria alla data del 31 dicembre 2017” ed evitare ai commercialisti di dover fare i conti con l’ennesima scadenza fiscale.
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