Per il sequestro «allargato» contano anche i beni intestati al coniuge
La presunzione opera se la sproporzione tra il patrimonio nella titolarità del coniuge e l’attività svolta appare dimostrativa della simulazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21115 depositata lo scorso 3 maggio, ha espresso rilevanti considerazioni in tema di presupposti del sequestro (finalizzato alla c.d. “confisca allargata”).
Nel caso di specie, il Tribunale aveva accolto parzialmente l’appello cautelare presentato dal PM, disponendo il sequestro preventivo, ex art. 12-sexies del DL 306/1992, in relazione a beni di proprietà della ricorrente (quota di una villa, rapporti bancari e un’autovettura) nell’ambito di un procedimento (per ricettazione, armi e stupefacenti) riguardante il coniuge.
Il GIP aveva respinto l’istanza di sequestro, avanzata nei confronti sia del marito che della moglie, ritenendo esclusa la sproporzione tra beni e reddito o capacità economica dell’indagato
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