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Il socio accomandatario può essere responsabile di dichiarazione infedele

La Cassazione ribadisce la natura residuale del reato dopo la riforma del 2015

/ Maria Francesca ARTUSI

Mercoledì, 8 maggio 2019

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Nella versione precedente alla riforma del diritto penale tributario del 2015, il delitto di dichiarazione infedele previsto dall’art. 4 del DLgs. 74/2000 non richiedeva la presenza di una dichiarazione fraudolenta (mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ovvero mediante altri artifici), bensì soltanto il fatto che, anche senza l’uso di mezzi fraudolenti, fossero indicati nella stessa “elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo o elementi passivi fittizi” (Cass. n. 36894/2013). Ovviamente dovevano anche ricorrere le altre condizioni previste dalla norma in relazione all’ammontare dell’imposta evasa e degli elementi attivi sottratti all’imposizione.

Con il DLgs. 158/2015 è stata effettuata una scelta legislativa ...

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