Il socio accomandatario può essere responsabile di dichiarazione infedele
La Cassazione ribadisce la natura residuale del reato dopo la riforma del 2015
Nella versione precedente alla riforma del diritto penale tributario del 2015, il delitto di dichiarazione infedele previsto dall’art. 4 del DLgs. 74/2000 non richiedeva la presenza di una dichiarazione fraudolenta (mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ovvero mediante altri artifici), bensì soltanto il fatto che, anche senza l’uso di mezzi fraudolenti, fossero indicati nella stessa “elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo o elementi passivi fittizi” (Cass. n. 36894/2013). Ovviamente dovevano anche ricorrere le altre condizioni previste dalla norma in relazione all’ammontare dell’imposta evasa e degli elementi attivi sottratti all’imposizione.
Con il DLgs. 158/2015 è stata effettuata una scelta legislativa ...
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