Nell’approccio italiano allo smart working serve un cambio di passo
La richiesta arriva dai consulenti del lavoro: secondo i dati Eurostat 2018 l’Italia è fanalino di coda in termini di numero di dipendenti in lavoro agile
Al di là dei provvedimenti di urgenza, occasionati dall’emergenza coronavirus che sta attraversando il nostro Paese, occorrono misure strutturali e mirate per far decollare il lavoro agile in Italia e portarlo ai livelli di diffusione e penetrazione nel tessuto produttivo riscontrabili nei principali Paesi Ue.
Questa la posizione della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, espressa attraverso il comunicato stampa diffuso nel pomeriggio di ieri, con cui il presidente Rosario De Luca, prendendo le mosse dal DPCM 25 febbraio 2020 (si veda “Lavoro agile «semplificato» fino al 15 marzo 2020” di oggi) e dall’analisi dei dati Eurostat relativi al 2018, reclama un cambio di passo da parte dell’intero sistema Paese.
I dati dell’ufficio statistico dell’Unione ...
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