Parere motivato Ue all’Italia per incompleta attuazione della IV direttiva antiriciclaggio
Nell’ambito del pacchetto infrazioni del mese di luglio 2020, pubblicato ieri, la Commissione europea ha inviato all’Italia un parere motivato per non aver attuato pienamente nel diritto nazionale le norme dell’Ue in materia di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo contenute nella quarta direttiva antiriciclaggio (direttiva Ue 2015/849). Si tratta del secondo step nella procedura di infrazione, dopo la lettera di costituzione in mora ricevuta dal nostro Paese nel marzo 2019 (si veda “Incompleto il recepimento delle norme Ue antiriciclaggio in Italia” dell’8 marzo 2019).
In assenza di una risposta soddisfacente da parte dell’Italia entro 3 mesi, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
La Commissione sottolinea come un recepimento tempestivo e corretto della normativa sia essenziale ai fini di una lotta efficace contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo e come eventuali lacune in uno Stato membro possano avere conseguenze per tutti gli altri.
Si evidenzia come le notifiche da parte della Commissione europea abbiano coinvolto diversi Stati membri, con modalità diverse:
- al Lussemburgo, alla Slovacchia e alla Slovenia è stata inviata una lettera di costituzione in mora;
- all’Italia, alla Repubblica Ceca e alla Danimarca è stato inviato un parere motivato;
- l’Austria, il Belgio e i Paesi Bassi sono stati deferiti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, con richiesta di sanzioni pecuniarie.
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