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Assenze dal lavoro per COVID-19 con tre casistiche ricorrenti

/ REDAZIONE

Martedì, 17 novembre 2020

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La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha pubblicato nella giornata di ieri un approfondimento che analizza le assenze dal lavoro da parte del dipendente, legate al periodo di emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19. Il documento esamina tre casistiche piuttosto ricorrenti: lavoratore che presenta, prima o dopo l’accesso in azienda, sintomi da COVID-19; lavoratore che ha avuto contatti con persona positiva; lavoratore che ha avuto contatti con un sospetto caso di COVID-19.

In particolare, nella prima casistica, al lavoratore che presenta una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi viene impedito l’accesso in azienda. Invece, se il lavoratore accusa sintomi da infezione respiratoria e febbre sopra i 37,5 gradi durante la prestazione lavorativa, deve subito contattare il proprio datore di lavoro o responsabile. Si ricorda, infatti, che tutti i soggetti con infezione respiratoria caratterizzata da febbre (maggiore di 37,5 gradi) devono rimanere presso il proprio domicilio, contattando il proprio medico curante (art. 1 comma 9 lett. a) del DPCM 3 novembre 2020).

Nel secondo caso, invece, il lavoratore entrato in contatto con un soggetto positivo deve avvisare il proprio datore di lavoro nonché il proprio medico di medicina generale. Il lavoratore potrà essere soggetto a rispettare periodi di isolamento fiduciario o quarantena obbligatoria, con conseguente impossibilità di recarsi al lavoro.

Infine, il lavoratore non è tenuto a particolari adempimenti nell’ipotesi in cui sia entrato in contatto con un caso sospetto, non ancora accertato (fermo restando l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e il rispetto di tutte le misure anticontagio).

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