È la società che deve dimostrare la chiarezza del bilancio impugnato
La Cassazione, nell’ordinanza n. 10873, depositata ieri, ha stabilito che, in presenza della contestazione di mancanza di chiarezza di talune poste del bilancio d’esercizio – sviluppata con riferimento alle risultanze dello stesso e della documentazione allegata – è onere della società dimostrare l’osservanza del requisito.
Il principio di chiarezza del bilancio, infatti, non è subordinato a quello di correttezza e veridicità del medesimo, ma è dotato di autonoma valenza. La chiarezza del bilancio, in quanto posta a tutela anche di terzi estranei alla compagine sociale, deve essere valutata per quel che il bilancio indica, a prescindere da eventuali riscontri nella contabilità sociale.
Mentre nei casi in cui è contestata la rappresentazione veritiera e corretta delle poste annotate nel bilancio la parte impugnante deve dimostrare, quale fatto integrante il vizio, la falsità ed erroneità delle stesse, in quelli in cui è contestata la violazione del principio di chiarezza l’assolvimento dell’onere della prova gravante sulla medesima è soddisfatto con la produzione in giudizio del bilancio e della documentazione allegata da cui emerga l’inosservanza del predetto principio. È onere della società, invece, dimostrarne il rispetto.
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