Il bilancio di sostenibilità si fa largo anche in Europa
“Il mondo dell’accounting sta vivendo un periodo di ripensamento di taluni paradigmi ritenuti fondanti il sistema di informativa aziendale. Oltre alla revisione, canonica e periodica, delle disposizioni tecniche dei principi contabili internazionali, infatti, si è parlato dell’evoluzione dell’informazione e della comunicazione finanziaria in una prospettiva anche di sustainability disclosures”.
Attraverso un comunicato stampa diffuso ieri, il Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio, ha fatto un resoconto dell’ultimo IFRS Advisory Council Meeting, svoltosi il 12 e 13 novembre a Londra, al quale ha partecipato in rappresentanza dei commercialisti italiani. L’Advisory Council è un organismo consultivo interno dell’IFRS Foundation, l’organizzazione internazionale istituita per sviluppare standard di contabilità e divulgazione della sostenibilità.
“È evidente nei fatti – ha continuato de Nuccio – che le prospettive, financial e non-financial, siano tra loro complementari e che, per molti aspetti, debbano essere lette in modo congiunto e interconnesso. In particolare, il tema della “connettività” tra i due set di principi appare fondamentale in questa logica, per fornire una disclosure di alta qualità che risulti utile ai fini decisionali per gli stakeholder e, in primis, per gli investitori, destinatari privilegiati di tutti i principi che portano il timbro dell’IFRS Foundation”.
In questa prospettiva, particolare attenzione deve essere riservata al progetto sul Management Commentary (MC), che si potrebbe candidare a svolgere un ruolo di “report unico” dell’attività aziendale. “Potrebbero delinearsi, in sostanza, le possibilità per considerare il MC come un documento sintetico di comunicazione integrata”.
La vera sfida, ha concluso, sarà “traslare queste previsioni nella realtà delle piccole e medie imprese, quale anello della catena del valore e come entità a sé stanti, che, seppur incidano singolarmente in maniera relativa a livello ESG, rappresentano complessivamente più del 95% delle imprese dei Paesi OCSE e incidono per circa due terzi delle esternalità negative globali ambientali”.
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