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Istat: retribuzioni a febbraio al +2,1% rispetto allo stesso mese del 2009

/ REDAZIONE

Giovedì, 1 aprile 2010

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ROMA - Le retribuzioni contrattuali orarie a febbraio hanno registrato una variazione nulla rispetto al mese precedente e un incremento del 2,1% rispetto a febbraio 2009. Lo comunica l’Istat, rendendo noto anche il dato relativo a gennaio, che ha presentato un incremento congiunturale dello 0,4% e tendenziale del 2,4%. In particolare a febbraio, a fronte di una variazione tendenziale media di +2,1%, gli incrementi più elevati riguardano i servizi di informazione e comunicazione (4,4%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (3,9%), acqua e servizi di smaltimento rifiuti (3,8%), regioni e autonomie locali (3,6%). Gli incrementi minori si osservano per il settore energia elettrica e gas (0,4%) ed edilizia (0,3%). La variazione nulla risulta invece per agricoltura, ministeri, scuola, militari-difesa, forze dell’ordine e attività dei vigili del fuoco. L’Istat fa inoltre sapere inoltre che l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie per l’intera economia proiettato per l’anno 2010 in base alle sole applicazioni previste dai contratti in vigore alla fine dello scorso febbraio registrerebbe un incremento dell’1,6%, un valore - viene sottolineato - “piuttosto basso”.
Alla fine di febbraio, poi, risultavano in attesa di rinnovo 42 contratti, relativi a circa 5,9 milioni di dipendenti, pari al 45,2%, in crescita rispetto a febbraio 2009 del 18,7%. I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 7, sempre a febbraio, in “considerevole riduzione” rispetto a un anno prima, quando erano 14,2. Alla fine dello stesso mese, di contro, risultavano in vigore 36 contratti, relativi a circa 7,2 milioni di dipendenti. La copertura è risultata pari 77,6% per l’industria, del 69,1% per i servizi privati e del 6,5% per l’agricoltura; nel settore della pubblica amministrazione tutti i contratti a partire da gennaio 2010 sono scaduti e pertanto - sottolinea l’Istituto - la copertura è nulla.
Infine, nel 2009 il numero totale delle ore non lavorate per sciopero è stato di 2,6 milioni, il 48,6% in meno rispetto al valore del 2008, quando si sono superati i cinque milioni di ore (5.059.000). È quanto emerge dall’ultima pubblicazione dei dati Istat relativi ai conflitti di lavoro. Tra le motivazioni il licenziamento e la sospensione deidipendenti sono al 24,4%, mentre le “altre cause” sono in testa con il 31,7%: in particolare, tra queste, vengono indicati per esempio gli scioperi messi in campo dai metalmeccanici della FIOM per dire no al nuovo modello contrattuale. (Ansa)

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