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Distretti produttivi: nel 2011 aumenterà il fatturato, ma non l’occupazione

/ REDAZIONE

Mercoledì, 9 febbraio 2011

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Nel 2010, gran parte dei distretti produttivi italiani ha tenuto alla congiuntura fortemente negativa, pur con trasformazioni strutturali e un ridimensionamento, in termini occupazionali oltre che di fatturato, importanti. I segnali, come l’export che ha ripreso a salire dopo valori sistematicamente negativi, sembrano indicare l’uscita definitiva dalla recessione, anche se la strada per un recupero effettivo delle posizioni perse appare piuttosto impervia. È la fotografia scattata dal secondo Rapporto dell’Osservatorio nazionale Distretti italiani, presentato oggi nella sede di Unioncamere. Per il 2011, le imprese distrettuali prevedono aumenti di produzione e di vendite, a fronte di investimenti in crescita. L’occupazione resta invece al palo. “I segnali di una ripresa robusta quindi si scorgono, ma non hanno ancora un carattere definitivamente sistemico” dice Valter Taranzano, presidente della Federazione dei distretti.

Più nel dettaglio, si acuiscono i poli: se molti distretti mostrano grande vitalità, come nel caso dell’agroalimentare di San Daniele del Friuli, delle macchine tessili di Biella, dell’alimentare di Parma, dell’oreficeria di Arezzo, dell’abbigliamento di Rimini, della concia di Solofra, molti altri sono ancora in difficoltà, come il distretto delle macchine utensili di Piacenza, l’abbigliamento Sud abruzzese, le cappe aspiranti e gli elettrodomestici di Fabriano, il tessile-abbigliamento di Treviso. Per il 2011, un quarto delle le imprese (24%) prevede un incremento del fatturato, il 69% indica una tenuta dei livelli 2010. L’occupazione resta invece il “punto nero”: per quest’anno, soltanto il 5,8% prevede un incremento degli addetti, contro un 13,4% che ha intenzione di diminuire sensibilmente i suoi occupati. (Redazione)

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