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LETTERE

Usciamo dai nostri singoli orticelli e facciamo sentire la nostra voce

Martedì, 23 agosto 2011

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Caro Direttore,
in queste ultime settimane ho letto con molto piacere ed interesse le numerose lettere inviate da colleghi sparsi in tutta Italia.
Non posso che essere concorde con tutti loro, credo che si stia toccando il fondo, e come detto dal collega Stefano Filippetto di Treviso (si veda “Che non sia più la stessa professione di cui mi sono innamorato da ragazzo?”) ci stiamo “disamorando” della nostra professione e siamo diventati i “parasubordinati sgraditi e a basso costo ma assolutamente indispensabili” all’Agenzia delle Entrate.

Ritengo assolutamente inaccettabile che una professione come la nostra venga continuamente subissata di adempimenti che a volte non servono a nulla e senza nemmeno sentire il nostro parere (non saremo politici ma i conti li sappiamo fare pure noi) e soprattutto venga continuamente attaccata sul piano della professionalità.
Trovo molto interessante la lettera del collega Giampiero Guarnerio di Milano (si veda “Per un Fisco davvero «amico», tre domande al Direttore dell’Agenzia”), e mi piacerebbe che l’Agenzia delle Entrate rispondesse alle tre domande fatte.

Sarebbe finalmente ora che tutti noi facessimo sentire la nostra voce pubblicamente e non solo lamentandoci con i colleghi locali incontrati nei vari uffici dove ci “accampiamo” ogni giorno per risolvere i numerosi problemi dei clienti, per la maggior parte da imputare ad errori dell’Agenzia o del sistema Sogei: in questo caso, dovremmo forse addebitare all’Agenzia i nostri compensi per il tempo perso a causa sua, visto che spesso il cliente non vuole pagare per un errore non imputabile né a lui né al suo commercialista?

Un collega saggio mi ha detto “Le persone intelligenti e coraggiose sono spesso sole”: ha perfettamente ragione e per questo mi piacerebbe che il nostro Consiglio Nazionale per una volta facesse sentire a tutti gli iscritti che “non siamo soli”.

Allo stesso modo, mi piacerebbe che la vostra redazione facesse un plico di tutte le lettere ricevute dai colleghi e le inviasse al Ministro Giulio Tremonti, al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera e al Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Claudio Siciliotti, anche se non ci saranno riscontri, come posso immaginare.
È il modus operandi del sistema italiano, ma sarebbe pur sempre un inizio.

Il mio vuole essere un invito a tutti i colleghi ad uscire dai loro singoli orticelli, perché solo coltivando insieme si può avere, se non buono, un discreto raccolto, e mi congratulo con tutti coloro che hanno avuto il coraggio di usare la voce per farsi sentire anche se chi ascolta fa finta di non sentire.


Donatella Fenocchio
Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Ferrara

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