Nel Ddl. di stabilità, proposta la rateazione «semplificata» delle cartelle
Rispuntano la web tax (emendamento di Sel) e anche la rateizzazione in dieci anni delle cartelle fiscali (proposta del Pd). Sono alcune delle novità emerse dalla spunta degli emendamenti al Ddl. di stabilità segnalati dai gruppi parlamentari. Dal setaccio vengono a galla anche proposte già annunciate come l’IVA al 4% per gli ebook, ma sul tavolo restano anche il Tfr in busta paga, la tassazione dei fondi pensione, i patronati e la local tax, argomenti su cui il Governo ha cominciato a ragionare in un primo incontro tra il Premier Renzi e il Ministro dell’Economia Padoan, che, accompagnati dai relativi staff, hanno iniziato a prendere in considerazione i punti clou della manovra, evidenziati proprio in molti dei 500 emendamenti segnalati, dandosi appuntamento nel weekend per tornare a discutere delle principali problematiche del provvedimento.
La prospettiva è comunque quella di tempi piuttosto lunghi per l’esame effettivo del testo. Come annunciato dalla Sottosegretaria al Lavoro, Teresa Bellanova, il Governo sembra infatti intenzionato a dare priorità al Jobs Act a Montecitorio e alla legge elettorale al Senato, facendo slittare l’approdo in Aula della manovra probabilmente a inizio dicembre. Per vedere concretizzate le modifiche bisognerà aspettare dunque ancora qualche settimana.
Solo dal Pd arrivano 140 proposte di modifica “segnalate”. Come anticipato, uno degli emendamenti prevede che le cartelle possano essere pagate a rate, spalmate per dieci anni, in modo “semplificato” con un tasso di interesse annuo lordo pari al 3,69%.
“Relativamente alle cartelle di pagamento, alle ingiunzioni fiscali, agli avvisi di accertamento esecutivi, nonché agli accertamenti con adesione emessi per tributi di uffici statali, Agenzie fiscali, Regioni, Province e Comuni, il debitore – si legge nell’emendamento – può presentare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, domanda di rateazione in modo semplificato, senza allegare alcuna documentazione comprovante la situazione di temporanea obiettiva difficoltà, fino a un massimo di centoventi rate mensili, con un piano di ammortamento a rate costanti o a rate di importo crescente per ciascun anno a scelta del contribuente”. L’importo minimo di ciascuna rata, specifica l’emendamento, non può essere inferiore a 100 euro. “Il debitore – recita ancora – è tenuto al pagamento, oltre che dell’importo originario iscritto a ruolo o di quello residuo, di un interesse con un tasso annuo lordo pari al 3,69 per cento, decorrente dalla data di notifica della cartella di pagamento, dell’ingiunzione fiscale dell’avviso di accertamento esecutivo o dalla data di definizione dell’accertamento con adesione, con esclusione degli interessi di mora, degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo” e delle sanzioni.
Fatta la spunta degli emendamenti, e nonostante la volontà del Governo di concedere una corsia preferenziale al Ddl. lavoro, la Commissione Bilancio della Camera punta comunque a entrare nel vivo la prossima settimana. Oggi si dovrebbe votare il Ddl. Bilancio, per poi acquisire entro lunedì mattina i pareri del Governo sugli emendamenti e iniziare a votare lunedì pomeriggio o forse martedì. (Redazione)
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41