IMU dei montani, Ministeri al lavoro per revisione dei criteri
Il Ministero dell’Economia sarebbe al lavoro, in stretta collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole, sul dossier relativo all’IMU agricola, per arrivare a una revisione dei criteri prima della sentenza del TAR Lazio prevista per il 21 gennaio, dopo l’accoglimento dell’istanza di sospensiva per l’imposta presentata congiuntamente ad ANCI Abruzzo, Liguria e Veneto. Si starebbe infatti procedendo alla modifica dei criteri altimetrici per il pagamento dell’imposta, utilizzando il parametro oggettivo della classificazione ISTAT dei Comuni definiti montani e parzialmente montani.
In particolare, si starebbe lavorando per prevedere l’esenzione totale per i terreni agricoli ricadenti nei Comuni montani, mentre per i terreni agricoli ricadenti nei Comuni parzialmente montani l’esenzione sarebbe garantita ai terreni posseduti o presi in affitto da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
Il Governo sembrerebbe quindi avviato verso una soluzione della vicenda così come indicato dal Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che aveva annunciato una riunione tecnica dopo il 7 gennaio. Nei giorni scorsi anche il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina aveva definito “urgente una revisione dei criteri e una nuova definizione in modo da concludere il lavoro fatto dai tavoli tecnici dei due Ministeri”.
Alla notizia, l’ANCI ha risposto ribadendo di aver messo in guardia a più riprese e con atti formali fin dall’emanazione del DL n. 66/2014 circa i rischi di iniquità di una revisione non concertata e non basata su dati affidabili, oltre che sui prevedibili effetti d’indiscriminata riduzione di risorse a prevalente svantaggio di Comuni di minore dimensione.
Le modifiche che sembrano prospettarsi, secondo l’Associazione nazionale Comuni italiani, non possono tradursi in criteri comunque sommari, ai quali non potranno in ogni caso corrispondere informazioni adeguate circa i gettiti acquisibili con il nuovo regime. Appare poi azzardato ipotizzare che un’eventuale rettifica dei requisiti di imponibilità, che riguarderebbe migliaia di Comuni e decine – se non centinaia – di migliaia di contribuenti, possa comportare obblighi di pagamento entro il termine del 26 gennaio, nell’arco quindi di pochi giorni.
La strada utile per assicurare una revisione ordinata, per l’ANCI, consiste in un’ampia concertazione, comprensiva della ricognizione delle principali caratteristiche territoriali e di rischio idrogeologico, di utilizzo e di possesso, nonché di redditività dei fondi agricoli montani, resa possibile dalle ingenti risorse impiegate da oltre un decennio per la revisione degli archivi agrari e del relativo catasto.
Vista la situazione di confusione, i Comuni ritengono indispensabile abbandonare il proposito di ottenere gettito aggiuntivo dai territori montani con riferimento al 2014 e abolire i tagli in corso di effettuazione nei confronti di oltre 4 mila Comuni, rimandando al 2015 l’obiettivo di una revisione sensata, attesa da anni e quindi sottoposta alla necessaria condivisione con le parti sociali e con i Comuni. (Redazione)
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