Confiscati anche i beni dei membri dell’associazione per delinquere
I profitti dei «reati fine» si riflettono sull’associazione e, ove la confisca per equivalente sia espressamente prevista, essa può riguardare ciascun associato
La Cassazione, nella sentenza n. 26721 di ieri, affronta il delicato tema dei profitti confiscabili (e sequestrabili) per equivalente in presenza di una associazione per delinquere (di cui all’art. 416 c.p.) finalizzata alla commissione di altri reati (c.d. “reati fine”), come potrebbero essere anche quelli tributari. In via preventiva, si ricorda come in materia sussista un contrasto interpretativo.
Secondo un primo orientamento, il reato di associazione per delinquere non genera, autonomamente dai “reati fine”, vantaggi economici costituenti prodotto o profitto illecito immediatamente riconducibili al sodalizio criminale e, come tali, suscettibili di confisca; ciò poiché il fatto di associarsi al fine della commissione di più delitti costituisce una situazione ...
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