Penalizzante la possibilità che il creditore indichi il nome del curatore fallimentare
Spettabile Redazione,
volevo mettere in evidenza un punto del DL n. 83/2015, contenente misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria e in corso di conversione in legge, che, a mio avviso, andrebbe approfondito.
La norma consente al creditore di indicare il nome del curatore che si gradisce gestisca la procedura (art. 5 comma 1 lett. b).
A mio parere tale inciso, oltre ad impedire, salvo eccezioni, al giudice di nominare il professionista che ritiene adeguato all’incarico, consente al creditore che abbia indicato il nome del professionista di assumere di fatto una posizione prevalente all’interno della massa dei creditori.
La norma contrasta inoltre, con il principio della rotazione degli incarichi conferiti dal Tribunale ai professionisti, come sancito da una precedente legge.
Purtroppo, però, il decreto in questione comporta un’ulteriore conseguenza per tutti i professionisti che da anni lavorano con i tribunali italiani e che hanno maturato una notevole esperienza.
Questi ultimi, infatti, non potranno più contare sull’imparziale valutazione di un giudice delegato, ai fini di continuare a ottenere incarichi importanti, vanificando anni e anni di lavoro, che dal momento di entrata in vigore della norma vengono di fatto azzerati, consentendo a chiunque di poter essere nominato.
Lo svolgimento di incarichi nelle procedure fallimentari era uno dei pochi settori nei quali un professionista serio, ma senza appoggi “forti”, poteva ancora mettersi in luce ed emergere, anche con il sapiente apporto dei giudici, che, di fatto, mantengono sempre un’autonomia nelle loro decisioni.
Ritengo che sia il caso si sensibilizzassero gli Ordini nazionali, di avvocati e commercialisti, per far sì che il Governo torni sui suoi passi e ripensi con attenzione la detta norma.
Michele Pomponio
Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti Contabili di Pescara
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Gentile Dottore,
come abbiamo anche riportato su Eutekne.info, il CNDCEC ha già chiesto in sede parlamentare l’abrogazione della norma da lei citata, con un documento inviato alla Commissione Giustizia della Camera, nel quale ha evidenziato tutte le criticità del provvedimento e inserito una serie di proposte di modifica (si veda “Il CNDCEC critica il «nuovo» intervento sulle procedure concorsuali” del 18 luglio 2015).
Michela Damasco
Direttore Eutekne.info
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