Il Consiglio nazionale potrebbe monitorare l’attività dei sindaci
Gentile Direttore,
mai come in questi giorni ho potuto apprezzare quale prezioso (ma direi unico, purtroppo...) strumento sia un quotidiano come Eutekne.info per raccogliere le libere opinioni dei colleghi su argomenti di rilievo professionale.
Il tema della qualità dei contenuti dell’attività di dottore commercialista, che probabilmente trova compendio sommo nel ruolo di sindaco societario, viene sempre trattata da argomento scabroso: diversamente, richiederebbe un’(auto)critica cruda e feroce dei comportamenti opportunistici che ancora oggi diffusamente connotano l’esercizio di tale attività da parte di molti colleghi e che, quale causa diretta, determinano l’atteggiamento di sofferente sopportazione e sostanziale discredito, da parte del ceto imprenditoriale/manageriale.
Il Consigliere nazionale dott. Marcello osserva (mi si consenta con rispetto, pilatescamente, si veda “Per il collegio sindacale ha sempre un peso l’autovaluzione del professionista”) che nulla può l’organo di (auto)governo della categoria – il Consiglio Nazionale – se non emettere Norme di Comportamento il cui rispetto è responsabilmente rimesso all’etica professionale individuale.
Ma, caro Consigliere Marcello:
- i problemi sollevati dai colleghi Iadanza, Lumi e Allione sono REALI, come reali sono le conseguenze vissute sulla pelle di chi esercita tale attività con impegno (dall’ormai vergognosa sottovalutazione dei compensi, cui unico rimedio è il rifiuto dell’incarico, alla difficoltà di ottenere un effettivo coinvolgimento nella vita societaria). Se è così, perché il tema non è tra le priorità da gestire da parte del CNDCEC?
- il Consiglio Nazionale non è un SINDACATO bensì, soprattutto, il vertice di un sistema preposto alla tutela della fede pubblica (ragione unica dell’organizzazione ordinistica) attraverso uno stimolo-accompagnamento-controllo della qualificazione dei propri iscritti e attraverso il monitoraggio dei comportamenti di questi ultimi nel rispetto delle regole di comportamento (auto)assegnatoci (il Codice deontologico). Tutti i codici di autodisciplina seri sono retti dal principio del comply or explain, non alla “confortevole” etica personale;
- il comportamento dei colleghi con riferimento all’attività di sindaco è l’unica non oggetto di monitoraggio costante da parte dell’Ordine (lo sono, ad esempio, le cause di incompatibilità e i crediti formativi), così da rendere l’apparenza di una considerazione “negletta” da parte del CNDCEC (come da parte del ceto imprenditoriale) di tale attività professionale.
Basterebbe poco: una volta all’anno, i colleghi sindaci potrebbero essere chiamati a compilare brevi schede attestanti il numero di incarichi ricoperti, le risorse dedicate, il tempo assorbito, i compensi percepiti per ciascun incarico, l’effettiva indipendenza dalle società ove si ricopre l’ufficio (quanti studi ancora “vendono” consulenza e collegio nello stesso pacchetto e quanti colleghi fanno i sindaci della stessa società per decine di anni!) e, nel caso di superamento del limite dei 20 mandati, come si ritiene di poter far fronte all’incarico (dato che il medesimo non può che essere espletato nelle modalità impegnative richiamate dal Consigliere Marcello).
Il rispetto di una categoria non si elemosina, si pretende: dopo essersi però adeguatamente mondati.
Gianluigi Rossi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Como
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