ACCEDI
Lunedì, 7 luglio 2025 - Aggiornato alle 6.00

NOTIZIE IN BREVE

I versamenti ingiustificati legittimano il sequestro in capo al professionista

/ REDAZIONE

Sabato, 9 giugno 2018

x
STAMPA

La Cassazione n. 26274/2018 ha ribadito che le presunzioni legali previste dalle norme tributarie, pur non potendo costituire, di per sé, fonte di prova della commissione dei reati previsti dal DLgs. 74/2000, hanno valore indiziario sufficiente a integrare il c.d. fumus commissi delicti, in assenza di elementi contrari, giustificando, per tal via, l’applicazione di una misura cautelare reale (il sequestro).

Rileva, quindi, nei confronti di un professionista, la presunzione di cui all’art. 32 comma 1 n. 2 del DPR 600/1973, così come strutturata in esito alla sentenza n. 228/2014 della Corte Costituzionale.

In particolare, mentre l’operazione bancaria di prelevamento conserva validità presuntiva nei confronti dei soli titolari di reddito d’impresa, le operazioni bancarie di versamento hanno efficacia presuntiva di maggiore disponibilità reddituale anche nei confronti di professionisti e lavoratori autonomi, i quali possono contrastarne l’efficacia adempiendo l’onere di dimostrare che ne hanno tenuto conto ai fini della determinazione del reddito soggetto a imposta o che non hanno rilevanza allo stesso fine.

TORNA SU