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FISCO

Persiste l’esclusione arbitraria delle società semplici dalla cedolare secca

L’inclusione delle società semplici che non svolgono attività commerciale come le società agricole e le immobiliari sarebbe giustificata dalla norma

/ Tiziana DI GANGI e Giorgio INFRANCA

Giovedì, 16 maggio 2019

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La legge di bilancio 2019 (art. 1 comma 59 della L. n. 145/2018) ha esteso l’applicabilità della cedolare secca, a partire dall’anno d’imposta 2019, anche alle unità immobiliari di categoria C/1 (negozi e botteghe), di superficie fino a 600 mq, e alle relative pertinenze locate congiuntamente (C/2, C/6 e C/7).

La suddetta estensione è sicuramente da accogliere con favore ma, con riguardo a tale regime, sussistono ancora importanti questioni che andrebbero chiarite definitivamente dal legislatore viste le prese di posizione del tutto ingiustificate da parte dell’Amministrazione finanziaria.
Una di queste è senz’altro la possibilità per le società semplici in generale e, in particolare, per quelle esercenti attività di gestione immobiliare di applicare la cedolare

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