CNDCEC: «La proroga al 10 dicembre non basta»
La proroga al 10 dicembre della scadenza per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e IRAP e per il versamento della seconda o unica rata degli acconti non soddisfa i commercialisti. Il provvedimento, annunciato la scorsa settimana tramite un comunicato stampa del MEF, è stato inserito nel DL Ristori-quater proprio su insistenza dei rappresentanti di categoria che, a più voci (Consiglio nazionale ma anche i sindacati), hanno sottolineato la necessità di dare più tempo a contribuenti e intermediari.
La loro richiesta, però, era quella di arrivare quantomeno fino a fine anno, mentre il Governo ha optato per una proroga di soli 10 giorni, allineando le scadenze con quella, già prorogata, per l’invio dei 770. Si tratta, ha spiegato Massimo Miani, Presidente del CNDCEC, in una nota stampa diffusa ieri, di un rinvio “insufficiente, siamo subissati da segnalazioni di nostri iscritti in affanno che chiedono giustamente di avere più tempo a disposizione”.
Per questo, il numero uno dei commercialisti italiani rinnova l’invito al Governo di “disporre una proroga dei termini per la presentazione delle dichiarazioni fiscali che vada almeno all’inizio del 2021 e non si limiti a 10 giorni che, spostando il termine dal 30 novembre al 10 dicembre, lasciano l’adempimento in una finestra temporale investita dalla seconda ondata di epidemia da COVID-19”.
Un provvedimento del genere, spiega Miani, “non impatterebbe sui saldi finanziari, ma al massimo sul desiderio dell’Agenzia delle Entrate di ricevere i relativi dati”. il Governo, quindi, deve decidere quale necessità assecondare: “Quella di chi, alla luce della seconda ondata di pandemia in corso, che vede moltissimi operatori in grave difficoltà nella gestione degli invii telematici, chiede un rinvio al 2021; oppure quella di chi, nonostante la seconda ondata di pandemia in corso, chiede l’invio come se si fosse in condizioni di normale operatività”.
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