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Incompatibilità dei commercialisti, per il trasferimento dei contributi serve una convenzione

/ REDAZIONE

Martedì, 1 dicembre 2020

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Dopo oltre un anno di attesa, la Cassa di previdenza dei dottori commercialisti torna a chiedere all’INPS di risolvere la questione relativa agli iscritti che si trovano in situazioni di incompatibilità e che, per questo, sono costretti a passare alla gestione separata INPS.

Ad oggi, non esiste una disposizione che permette all’ente di previdenza di categoria di trasferire direttamente alla gestione separata le annualità contributive erroneamente versate dai soggetti incompatibili. Una volta accertata tale condizione, infatti, la CNPADC è costretta a restituire le somme versate al diretto interessato il quale, così facendo, si ritrova con dei buchi contributivi che potrebbero condizionare l’ottenimento del trattamento previdenziale.

Per questo, un anno fa, l’ente guidato da Walter Anedda aveva proposto all’INPS di sottoscrivere una convenzione (già depositata in bozza) che consentisse appunto il passaggio automatico delle somme da un ente previdenziale all’altro. Ma dall’INPS non è arrivata ancora nessuna risposta.

Anche per questo un iscritto alla CNPADC si è trovato costretto a ricorrere alla giustizia ordinaria per farsi riconoscere il diritto al trasferimento dei contributi relativi agli anni annullati dopo la verifica dell’ente. La sentenza del tribunale di Milano è arrivata di recente e ha riconosciuto tale diritto al soggetto ricorrente.

La pronuncia, ha commentato il Presidente della Cassa, Walter Anedda, “rappresenta un importante precedente che potrebbe rendere superata la convenzione richiesta, ma di fatto bloccata dall’INPS”.

Rimane però “una situazione kafkiana, determinata da un vuoto nella gestione amministrativa di annualità contributive per le quali sarebbe invece importante poter garantire la massima fluidità nel passaggio da un Ente all’altro, in modo da consentire al singolo di esercitare il proprio diritto alla futura erogazione del trattamento pensionistico”.

“Grazie alle verifiche avviate dalla Cassa sulla regolarità contributiva dei propri iscritti – ha aggiunto Mirko Rugolo, Consigliere di amministrazione dell’ente – siamo riusciti a salvare le posizioni contributive di molti colleghi che, se non avvisati, avrebbero rischiato di arrivare alla soglia della pensione e vedersi cancellare legittimamente anni di versamenti. Contestualmente, sulla base della normativa vigente, ci siamo attivati presso l’INPS per individuare una convenzione che permettesse il riconoscimento presso la gestione separata dei contributi versati e quindi delle annualità relative. La sentenza, riconoscendo quanto da tempo rilevato dalla nostra Cassa, rende ancora più evidente la necessità che l’INPS sottoscriva la convenzione da tempo proposta”.

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