Split payment verso la proroga al 2026 ma senza le società quotate
L’Italia sarà autorizzata ad applicare il meccanismo dello split payment sino al 30 giugno 2026. Tuttavia, le società quotate nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana saranno escluse dall’ambito applicativo della scissione dei pagamenti a decorrere dal 1° luglio 2025. Si tratta di quanto emerge dalla proposta di decisione 26 giugno 2023 n. 342 presentata dalla Commissione europea al Consiglio dell’Ue.
Si ricorda che, con il comunicato stampa n. 75/2023, il MEF ha già reso noto che la procedura Ue per il rinnovo dell’autorizzazione si sta concludendo (si veda “In arrivo un nuovo via libera dall’Ue per lo split payment” del 10 maggio 2023).
La disciplina dello split payment è contenuta nell’art. 17-ter del DPR 633/72 e rappresenta una misura di deroga al meccanismo ordinario di applicazione dell’imposta che caratterizza il sistema comune dell’IVA. L’autorizzazione Ue attualmente vigente scadrebbe il 30 giugno 2023 (art. 5 della decisione Ue n. 784/2017). Come già anticipato, però, si profila un’ulteriore proroga di tre anni.
L’esclusione delle società quotate nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana decorrerà dal 1° luglio 2025 e risponde all’impegno assunto dall’Italia di eliminare gradualmente la misura speciale in esame.
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41