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FMI: in Italia la ripresa è lenta, manca la competitività

/ REDAZIONE

Mercoledì, 8 settembre 2010

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ROMA - In Italia la ripresa stenta a decollare. Sullo sfondo di una situazione economica dei Paesi più avanzati non particolarmente brillante, l’attività del Belpaese si conferma infatti ancora più lenta a ripartire rispetto a quello che accade nella media del gruppo di Eurolandia. E tutto ciò a causa soprattutto di un deficit di competitività.
L’analisi è condotta dal Fondo Monetario Internazionale che, pur mantenendo inalterate le proprie previsioni di crescita per quest’anno, ha dato invece una lieve sforbiciata alle stime per il prossimo anno. Tornando come di consueto a tastare il polso dell’economia internazionale al termine della pausa estiva, il FMI ha stilato la bozza del World Economic Outlook, la cui pubblicazione ufficiale avverrà in occasione del meeting annuale che si terrà a Washington tra l’8 e il 10 ottobre. “La strada della ripresa in Europa è stata accidentata”, osserva il Fondo e il dato complessivo (+1,1% di PIL nel 2010 e +1,3% nel 2011) è piuttosto debole. “La ripresa - si legge infatti - alla fine ha guadagnato un po’ di forza, ma con ogni probabilità resterà ancora moderata e irregolare”. Ci sono dunque “differenze pronunciate” all’interno della regione dovute in particolare alle condizioni dei bilanci del settore pubblico e di quello privato e allo spazio che hanno le politiche macroeconomiche di sostenere la ripresa”. Tra i grandi partner di Eurolandia, ci si aspetta una “ripresa moderata in Germania”, per la Francia invece si parla di una crescita “modesta”, mentre in Italia “ci si attende una ripresa ancora più lenta”. Il FMI spiega infatti che da noi “un persistente problema di competitività limita lo spazio per la crescita dell’export e il programmato consolidamento fiscale indebolisce la domanda privata”. A fronte di questa situazione, Washington ha mantenuto invariate le stime di Pil per quest’anno, al +0,9%, mentre per il prossimo le ha leggermente ritoccate al ribasso, di 0,1 punti percentuali, all’1%. Un po’ migliore del resto di Eurolandia è invece la situazione italiana in tema di disoccupazione, che nel 2010 si collocherà all’8,7% contro la media del 10,1% e nel 2011 all’8,6% a fronte di un 10%. Sempre in Italia, infine, l’inflazione si attesterà quest’anno all’1,5% e il prossimo all’1,7%, più alta che in Eurolandia (1,3 e 1,4%). In linea con le posizione del FMI anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, secondo la quale “bisogna creare competitività per le imprese” che devono conquistare i mercati internazionali, “altrimenti andiamo in difficoltà”. (Ansa)

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