Con il giusto metodo, possiamo fare sistema superando l’individualismo
Spettabile Redazione,
ho letto con molta attenzione la lettera della collega nonché cara amica Zorloni e condivido in pieno le sue invocazioni (si veda “Lamentarsi non basta, dobbiamo reagire facendo sistema”).
Da molto tempo, oramai, ogni volta che mi trovo con colleghi in convegni, riunioni, eventi, ecc. denuncio la grave forma di individualismo che caratterizza la nostra categoria e i limiti che ne derivano. Le lamentele che in tanti sollevano costituiscono uno dei tanti mali dell’individualismo. Agire non significa solo lamentarsi e basta, ma vuol dire soprattutto cooperare ed è grazie a ciò che ci sarà permesso di “fare sistema”.
D’altro canto tutti, indistintamente, concordano sul fatto che ritrovarsi assieme a un collega, anche l’amico più caro, all’interno dello studio, rappresenti una convivenza che, si sa, per tutta quella serie di caratteristiche e qualità che ci contraddistinguono, risulta essere sempre molto difficile. Non sono solo a denunciarlo, ma è un pensiero che tutti condividiamo. Io mi limito a dire che certamente sarà difficile, ma non impossibile! Ritengo che con determinati accorgimenti e con una determinata metodologia si possano ottimizzare le criticità e valorizzare i punti in comune.
Se quanto riferito dalla collega Zorloni è condiviso, invito tutti quei colleghi che hanno intenzione di “fare sistema” ad inviare un cenno di adesione all’Ordine di competenza e, se lo riterranno opportuno, a formulare le proprie considerazioni e/o proposte utili alla causa.
Sì, avete capito benissimo, invitiamo chi si schiera a favore del “fare sistema” a darci un cenno di adesione, senza attendere il dopo dichiarazione. Si sa che è bene darsi da fare con il dovuto tempismo per evitare che il clima vacanziero vanifichi l’ennesima frustrazione derivata dalla proroga dei modelli UNICO.
Probabilmente ci sarà già un esercito di aderenti e simpatizzanti del “fare sistema” che, nell’ottica di migliorare tutti gli aspetti controversi, non vede l’ora di conoscersi e dare avvio a un progetto che, senza precedenti, possa contribuire a fare squadra, ma soprattutto riuscire a profondere tutta l’energia e il tempo necessario per sviluppare determinate attività, non solo utili al cliente dello studio, ma indispensabili per assicurare l’assistenza a tutto campo agli operatori economici negli ambiti legale, finanziario, dell’organizzazione aziendale, della gestione delle risorse umane, oltre che fiscale-tributario.
Gli ambiti citati rivestono una centralità determinante: sia per le nostre aziende che per la nostra economia.
Ci induce, inoltre, per ricoprire tutti quei ruoli, a dover creare giocoforza quel “fare sistema” tanto caro sia alla collega Zorloni che al sottoscritto.
Qualcuno potrebbe dire sì, va bene, ma come si fa e da dove iniziamo?
La semplicità deriva senz’altro dal metodo espresso nelle forme più confacenti. Ad esempio, proviamo ad immaginare una piattaforma web condivisa che, perfettamente calzante alle esigenze di ogni studio, risponda ai requisiti di flessibilità e adattamento linguistico, che, in un contesto di shelf box, consenta di crescere con il proprio studio, dando: la possibilità, la forza e la voglia di “fare sistema” affievolendo del tutto o quasi, fino ad annullare, le difficoltà di percorso!
Qualche scettico potrebbe dire, è un’utopia! No, si tratta solo di un corretto impiego della moderna tecnologia e dell’informatica di oggi, già disponibile sul mercato e che può consentire a tutti di soddisfare le proprie esigenze, anche quelle più singolari e particolari.
È evidente che non sto dicendo di avere la bacchetta magica, ma solo che le numerose qualità che ciascun commercialista detiene – si pensi alla capacità di sintesi che ognuno di noi sviluppa e matura nel corso della propria carriera professionale – rende inimmaginabile che noi, gli esperti della macchina fiscale italiana e non solo, uno dei sistemi più complessi in Europa e forse al mondo, non abbiamo le dovute capacità che, integrate agli strumenti informatici, possano consentirci di riorganizzarci al fine di “fare sistema”.
Sono convinto che per la spiccata attitudine pragmatica, dinanzi a casi concreti, sapremo individuare la giusta metodologia che ci permetterà di raggiungere il traguardo voluto.
Solo se inizieremo da questo punto potremo ambire ad avere voce in capitolo anche per le istituzioni.
Ecco allora che ogni organismo, dagli ordini locali a quello nazionale, non saranno più astrazioni, le associazioni riusciranno a rappresentarci con il necessario sostegno e le commissioni di studio saranno le prime a raccogliere gli argomenti oggetto di approfondimento; infine, le Casse non saranno più solo semplici salvadanai in cui versare i nostri risparmi o peggio essere obbligati ad ogni costo a versare i contributi dovuti, ma costituiranno la voce di ciascuno di noi per la tutela e salvaguardia della professione.
Tutto questo sarà possibile solo se abbatteremo le barriere dell’individualismo, in tal modo avremo dato corpo a quella categoria di forza viva e pulsante che costituisce l’anima dell’economia del nostro Paese.
Vincenzo De Lucia
Membro commissioni Pari Opportunità e Aggiornamento Attualità Professionale ODCEC di Milano
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