Confedilizia, la cedolare e l’ultimo giapponese
Ultimo numero del mensile ufficiale di Confedilizia; a pagina due un boxino, rigorosamente non firmato, dal titolo: “Il giapponese della cedolare”.
Leggiamolo insieme: “C’è stato un giapponese, nella battaglia della cedolare secca. L’abbiamo sempre avuto contro, fino all’ultimo. Quando parlavamo con quel ministro o quell’altro veniva fuori il suo nome: «Ma Siciliotti è contrario». Siciliotti è il presidente dei commercialisti e ha lottato fino allo spasimo contro questa misura di semplificazione tributaria. Non ce l’ha fatta, comunque, e la Confedilizia (che più volte è entrata in polemica con lui, per le sue dichiarazioni alle agenzia di stampa) ha vinto. Se Siciliotti ha bisogno di un valium, possiamo fornirglielo”.
L’assenza di firma non può che far ricondurre il tutto al Direttore responsabile della rivista, Corrado Sforza Fogliani, che è anche il Presidente di Confedilizia.
Stupefacente, nevvero, il livello cui è arrivata in questo Paese l’interlocuzione tra attori della politica, delle istituzioni e della società civile?
Abbiamo ormai un’intera classe dirigente che è intimamente convinta del fatto che l’unico modo per confrontarsi con chi ti contraddice sia aggredirlo, intimorirlo e/o dileggiarlo.
Critichi il mio operato?
Se sei un avversario politico, sei una persona in malafede che non merita di essere ascoltata; se sei un interlocutore tecnico, ti faccio fuori da tutti i tavoli di ascolto e ti rispondo solo per iscritto e in burocratese.
Affermi cose contrarie ai miei legittimi, ma anche particolari interessi?
Sei un poveretto che non capisce niente e dovrebbe prendersi un valium.
Questa classe dirigente ci dimostra ogni giorno di più che il problema della fuga dei cervelli ha ormai raggiunto in questo Paese livelli insostenibili: o riusciamo a inventarci qualcosa per farli rientrare, o è opportuno che se ne vadano pure i corpi che hanno lasciato qui nella precipitosa fuga.
Tra l’altro, nel caso specifico, lo sprezzante trattamento nei confronti delle idee espresse da Claudio Siciliotti è tanto più fastidioso perché quelle posizioni accomunano un po’ tutti coloro i quali hanno affrontato il tema della cedolare secca per quello che è: un’agevolazione a chi possiede un buon numero di immobili ed elevati redditi di locazione, che sicuramente può essere un veicolo di emersione del sommerso, ma che, per la stessa identica ragione, avrebbe meritato di essere concepita prima per agevolare e far emergere i redditi di lavoro e, soltanto poi, anche per redditi quali quelli di locazione immobiliare.
C’è chi, tra i lettori di questo giornale, si è spinto ancora più in là, parlando senza mezzi termini di vero e proprio “regalo”, e chi tra l’altro ha messo in luce che nemmeno di semplificazione si può parlare, atteso il modo in cui stanno venendo configurati i relativi adempimenti sottostanti all’adesione al regime della cedolare secca.
La verità è che, quando parlano di cedolare secca sulle locazioni immobiliari, né Siciliotti, né i tanti commercialisti da lui rappresentati che la pensano allo stesso modo, “lottano fino allo spasimo”, per il semplice fatto che non è una loro battaglia: esprimono soltanto la loro opinione di cittadini con una visione d’insieme e con competenze specifiche sulla materia.
Le difficoltà di cui parla il mensile di Confedilizia, nel soverchiare l’opinione espressa in occasione di dibattiti e interviste dal Presidente nazionale dei commercialisti italiani, non sono dovute al fatto che c’è stata una contrapposizione di interessi e tanto meno una battaglia: per fare una battaglia bisogna essere in due, mentre qui l’unica cosa che la gioiosa, vincente e, con rispetto parlando, un po’ autocelebrante macchina da guerra di Confedilizia ha trovato sulla sua strada è stata, al massimo, l’autorevolezza che evidentemente è riconosciuta, anche nelle alte sfere della politica, all’opinione di Claudio Siciliotti, in qualità di Presidente nazionale non dei primi che passano, ma dei dottori commercialisti e degli esperti contabili italiani.
Che questa autorevolezza ci sia, ce lo dice proprio il mensile di Confedilizia in un pezzo che tutto voleva fare tranne lisciare il pelo ai vertici della nostra categoria, per cui ne prendiamo atto volentieri anche noi che talvolta ci siamo domandati (e continueremo a domandarci, perché il dubbio è il fondamento stesso del pensiero) se davvero come categoria stiamo crescendo in quella considerazione che, fino al 2008, era oggettivamente prossima allo zero.
Ecco quindi che, con la stessa serenità con cui muoviamo delle critiche, è con convinzione che plaudiamo al nostro “Presidente giapponese”: per quanto mi riguarda, le dosi di valium da preparare sarebbero almeno due, ma, scommetto, anche molte e molte di più.
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